Eccola, finalmente è arrivata. La Luna. Brilla la Luna, brilla nella notte. É bella e illumina anche noi, qui sulla Terra. Riesce a illuminarci pur non possedendo una luce propria.
La Luna è sempre uguale a se stessa. Sembra non poter cambiare mai, eppure cambia, ma a noi non è consentito vederlo. Siamo destinati a conoscere solo l'unica versione che la Luna vuole mostrare di sé.
Io sono un po' come il lato oscuro della Luna, che c'è, ma non si vede mai.
La parte visibile di me, quella che mostro quando sono in compagnia di altre persone, non ha nulla a che fare con quello che sono veramente. È tutto falso. È tutta una commedia. Di me, voi vedete solo quello che io vi voglio mostrare, e le cose che sapete di me sono solo quelle che io voglio che voi sappiate.
Nulla di più.
Mi chiamo John Joke e sono un Serial Killer. O almeno lo sono stato. Ora non ho nemmeno la forza per uccidere una mosca. Sono vecchio, stanco e depresso. Questa situazione mi sfianca. Vorrei tornare a fare a pezzi le persone, esattamente come facevo qualche anno fa ma purtroppo non si può sfuggire al ciclo della Vita.
È la Vita la più feroce assassina che io conosca.
La Vita ti fa soffrire, ti umilia, ti cresce, sembra poterti rendere felice e per un piccolo periodo va tutto alla grande, ma poi ti scaraventa una palla da demolizione in faccia e distrugge ogni tuo sogno, ogni tuo desiderio, ogni tua speranza.
La Vita alla fine ti uccide sempre. È sempre lei a vincere. Non tu.
Fin da quando avevo vent'anni, io e la Vita siamo stati colleghi. Anch'io adoravo far soffrire le persone, le spingevo verso depressioni così acute che il pensiero del suicidio, sembrava l'unica scelta sensata. La loro mente soffriva talmente tanto, che uccidersi diventava l'unica soluzione di libertà che riuscivano a concepire e, ogni volta che avevano questi cattivi pensieri, io ero lì, al loro fianco, pronto a sostenere e incoraggiare qualunque loro desiderio di morte.
Le uccidevo. Le liberavo dal dolore. Diventavo il loro eroe, perché mi prendevo la responsabilità di porre fine a quelle vite insignificanti.
A volte capitava che qualcuno cambiasse idea, che volesse continuare a vivere, continuare a soffrire; quando succedeva dovevo lottare, sudare e faticare molto per portare a termine il mio compito, che è sempre stato quello di liberare l'anima dalle sofferenze terrene.
Certo: mi piaceva molto farlo, non lo nego!
Certo: mi piaceva molto farlo, non lo nego!
E Insomma, anche se non volevano, alla fine io le ammazzavo lo stesso. Era la mia missione e una volta iniziato il viaggio, non si poteva più tornare indietro.
Venni soprannominato il "Killer della Luna Piena" perché le mie vittime sono state spesso ritrovate dopo le notti di Luna piena.
Inizialmente fu solo un caso, poi iniziai a farlo a posta.
Inizialmente fu solo un caso, poi iniziai a farlo a posta.
Sapere che mi avevano dato un soprannome appagava il mio bisogno di gratificazione e per non deludere le aspettative, iniziai a far ritrovare i cadaveri sempre dopo le notti di plenilunio.
Si racconta addirittura di persone che, nelle notti di Luna piena, tendessero a rimanere chiuse in casa. Pensavano così di salvarsi dallo spietato Serial Killer. Di salvarsi da me. Pensavano di sfuggimi, di sfuggire alla mia arte. Povere illuse. Non riuscivano a capire che il mio era tutto un grande show.
Rapivo e torturavo le mie bambole molto prima del ritrovamento del loro cadavere, ed ero io che decidevo quando mostrare al mondo il mio lavoro; ero io che davo loro il privilegio di trovare e ammirare le mie opere d'arte. Ogni piccolo particolare era orchestrato da me. Le persone facevano parte del mio spettacolo, e nemmeno se ne accorgevano.
La gente in quegli anni sapevano apprezzare l'arte e capivano quando c'era qualche cosa di più del mero e banale esibizionismo. Avevano capito che con le mie bambole volevo rappresentare l'orrore della vita contro la bellezza della morte. Loro bramavano la mia arte e io davo loro quello che volevano.
Per questo adesso amo guardare la Luna; perché mi ricorda quando con un coltello e pochi altri attrezzi, macellavo giovani uomini e donne che non avrebbero mai ricevuto tutta la gloria che io gli ho regalato. Ho dato un senso alla loro esistenza. Con la morte, li ho resi immortali.
Le vittime non lo sapevano mai inizialmente, ma quando incrociavano il mio cammino, era perché io avevo deciso che loro sarebbero entrate nella leggenda. Ero io che le sceglievo, ero io che le deprimevo, ero io che toglievo loro ogni voglia di vivere, ero io che distruggevo ogni loro singola speranza. Niente era lasciato al caso. Se mi aveste incontrato in quegli anni meravigliosi e frenetici, il vostro destino sarebbe stato segnato e avreste rivolto per l'ultima volta lo sguardo alla Luna senza riuscire ad ammirane la sublime bellezza.
Per questo adesso amo guardare la Luna; perché mi ricorda quando con un coltello e pochi altri attrezzi, macellavo giovani uomini e donne che non avrebbero mai ricevuto tutta la gloria che io gli ho regalato. Ho dato un senso alla loro esistenza. Con la morte, li ho resi immortali.
Le vittime non lo sapevano mai inizialmente, ma quando incrociavano il mio cammino, era perché io avevo deciso che loro sarebbero entrate nella leggenda. Ero io che le sceglievo, ero io che le deprimevo, ero io che toglievo loro ogni voglia di vivere, ero io che distruggevo ogni loro singola speranza. Niente era lasciato al caso. Se mi aveste incontrato in quegli anni meravigliosi e frenetici, il vostro destino sarebbe stato segnato e avreste rivolto per l'ultima volta lo sguardo alla Luna senza riuscire ad ammirane la sublime bellezza.
Io sono il Killer della Luna Piena, e finalmente è arrivato anche il mio momento. Ora tocca a me indirizzare lo sguardo verso la Luna, perdere ogni speranza e fottere la Vita ancora un'ultima volta.