Quello che stiamo vivendo è un periodo complicato, un'epoca segnata dalla paura, dalla preoccupazione e dall'incertezza. Siamo soggetti ad attacchi continui e ossessivi da parte di persone che hanno abbracciato una causa guerrafondaia e distruttiva.
Uomini e donne, spesso poco più che ragazzini, che decidono consciamente di morire per un ideale illogico. Cosa scatta nella loro mente non lo possiamo sapere. Sappiamo però che la campagna di arruolamento e di propaganda dell'Isis sta funzionando. Nelle menti più deboli questi messaggi funzionano; ed ecco allora ragazzi che da tutti i paesi del mondo abbracciano la causa del califfato rendendosi disponibili a morire. Studiano e imparano tecniche di distruzione e morte per punire gli infedeli, che pare siano tutti quelli che la pensano in modo differente da loro. Sì, perché alla fine uccidono cristiani, mussulmani, ebrei, buddisti, induisti, europei, americani, orientali. Chiunque.
Non fanno la guerra ad un solo nemico. La loro è una guerra a tutto il mondo.
Attaccando continuamente il modo di vivere occidentale, mettono in discussione i valori fondativi delle nostre società, che si basano sulle libertà personali e sulla sicurezza di ogni cittadino.
Nel 2001, tutto il mondo venne a conoscenza di Al Qaeda e del suo leader Osama Bin Laden; quello che non tutti sanno, è che il piano originario ideato da Al Qaeda, era costituito da una sequenza continua di attacchi minori, realizzabili a basso costo e quindi facilmente riproducibili, da eseguire costantemente sul suolo occidentale. Attacchi perpetrati da affiliati che da tempo sono insediati nei paesi infedeli.
Tutto questo per ferire in modo costante la società occidentale e metterla poco a poco in ginocchio.
Tutto questo per ferire in modo costante la società occidentale e metterla poco a poco in ginocchio.
"Fateli sanguinare a morte" sbraitava Bin Laden. Questo progetto era chiamato tattica "Dei Mille Tagli".
Ora sembra proprio che l'Isis abbia rispolverato questo vecchio piano di esecuzione e lo stia mettendo in atto. Una politica del terrore che in parte sembra funzionare. Sì perché, se una persona che normalmente vive spensierata la sua vita, comincia a preoccuparsi che quel ragazzo dall'aria cupa che è seduto di fronte a lui sull'autobus, abbia dentro al suo zaino un ordigno esplosivo, beh, allora un po' sta funzionando.
Questi atti terroristici, (oltre a creare la più grande e preoccupante ondata di razzismo che mi sia mai capitato di vedere da quando ho aperto gli occhi su questo mondo) vogliono mettere fine allo stile di vita occidentale, cercando di cambiare il nostro modo di vivere, partendo dalle piccole cose.
Un po' sta funzionando, perché forse non rinunceremo ad andare ad un concerto, ma probabilmente ci metteremo vicino ad un'uscita di sicurezza;
sicuramente andremo ancora a bere un cappuccino in una caffetteria, ma forse, ci ritroveremo a buttare un occhio all'ingresso pronti a lanciarsi dietro al bancone in caso succeda qualcosa.
È questo che vogliono. Instillare il terrore.
Può succedere ovunque.
Può succedere il qualsiasi momento.
Anche ora. Anche qui.
Per quanto i servizi segreti e le forze dell'ordine cerchino di prevedere e prevenire attentati, purtroppo non saranno mai in grado di anticipare l'azione di un pazzo, che in pieno centro cittadino e armato solo di un banale coltello da cucina, inizia a pugnalare le persone attorno a lui in nome di un ideale che probabilmente nemmeno capisce.
Chi decide di prendere parte ad azioni terroristiche, spesso sono persone che hanno svariati tipi di disturbi mentali, che vivono una vita da reietto e che quindi, si affidano ad una causa per regalare il loro nome alla storia e chiudere con gloria la loro esistenza.
Una volta li si chiamava semplicemente pazzi, oggi vengono chiamati Foreign Fighters o lupi solitari.
Ad ogni attentato poi, si espande sempre di più, l'ombra del razzismo. Purtroppo ogni giorno sento persone di cui normalmente ho una buona considerazione perdere la testa e iniziare a dare ragione a quei partiti che fanno della diversità il loro credo, danno credito a quei partiti che vogliono alzare muri o aiutarli a casa loro, senza capire che una volta che nuovi muri saranno eretti, non serviranno a fermare chi scappa per salvare la propria vita.
Ad ogni attentato si crea paura del diverso.
In realtà la maggior parte dei terroristi che hanno compiuto attentati, non sono rifugiati ma sono cittadini europei regolari.
L'accoglienza e l'integrazione sono sempre difficoltose. Non ci si può fare nulla. L'unica modo che abbiamo per convivere con culture diverse dalla nostra è impegnarsi a capirle e rispettarle le culture e nel frattempo far capire e rispettare la nostra.
So che non importa a nessuno il mio pensiero, ma lo voglio scrivere lo stesso. Così, giusto per mettere giù un paletto. Una mia convinzione. Il mio credo più grande.
Nessuno deve imporre niente a nessuno.
È giusto che ognuno abbia i propri ideali ed è giusto che ognuno creda a ciò che vuole. Ognuno deve essere libero di fare le scelte politiche, religiose e sessuali che più crede gli siano affini. Ciò significa che, anche se sei un fascista, per quanto sia in disaccordo con te, non cercherò di importi il mio pensiero se non sei d'accordo.
Credo sia altresì giusto che tutti abbiano il diritto di non avere uno stronzo saccente che, puntandoti il dito contro, voglia insegnarti a vivere la tua vita.
La mia personale filosofia, dice che ognuno deve essere libero di vivere e di fare ciò che vuole; questo non vuol dire rompere i coglioni agli altri per le loro scelte.
Significa che ognuno può fare ciò che vuole senza ledere i diritti e la dignità delle altre persone perché, se è vero che tutti gli uomini sono uguali per diritto, è altrettanto vero che lo sono anche per doveri.
Significa che ognuno può fare ciò che vuole senza ledere i diritti e la dignità delle altre persone perché, se è vero che tutti gli uomini sono uguali per diritto, è altrettanto vero che lo sono anche per doveri.
Questo è il mio credo.
Non ne ho altri quindi, ora andiamo in pace.
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