Viviamo in un epoca d'incertezza e di terrore; il rischio di essere coinvolti in un attentato terroristico non è mai stato così reale come in questi anni.
Il terrorismo era così lontano, non ci faceva paura, nemmeno ci facevamo caso. Sembrava improbabile, anzi non era proprio possibile che le stragi di impronta islamica, stragi di cui oggi abbiamo costante notizia, potessero accadere anche da noi.
Da noi non potrebbe mai succedere, giusto? No, sbagliato.
Il terrorismo è arrivato anche qua. Anche da noi. Anche in Europa.
Non avremmo mai pensato che un folle alla guida di un camion, potesse entrare facilmente in una strada pedonale e falciare chiunque gli si parasse davanti; invece è successo.
Due volte.
Non avremmo mai immaginato che in un sabato sera qualunque, in un locale qualunque, una vera e propria squadra armata potesse fare irruzione e, senza remore alcuna, sparare sulla folla colpi di kalashnikov a casaccio.
Non potevamo prevederlo, non eravamo pronti, non sapevamo di poter essere colpiti.
Ma ora sì, ora lo sappiamo e la situazione internazionale ci impone l'obbligo di informarci sulle motivazioni, sulle modalità e sulle persone che, con il terrore, stanno cercando di distruggere la nostra libertà e il nostro diritto ad una vita serena.
Che cos'è L'Isis? Com'è nato? Chi lo comanda? Qual è il suo obbiettivo? Cosa vogliono i suoi adepti?
Proviamo a capire:
Il Leader attuale dell'organizzazione è Abū Bakr al-Baghdādī il quale, il 29 Giugno del 2014, si autoproclama Califfo dello Stato Islamico. Lo Stato Islamico non è riconosciuto dalla politica mondiale e non è presente sulle mappe politiche ufficiali.
Il terrorismo era così lontano, non ci faceva paura, nemmeno ci facevamo caso. Sembrava improbabile, anzi non era proprio possibile che le stragi di impronta islamica, stragi di cui oggi abbiamo costante notizia, potessero accadere anche da noi.
Da noi non potrebbe mai succedere, giusto? No, sbagliato.
Il terrorismo è arrivato anche qua. Anche da noi. Anche in Europa.
Non avremmo mai pensato che un folle alla guida di un camion, potesse entrare facilmente in una strada pedonale e falciare chiunque gli si parasse davanti; invece è successo.
Due volte.
Non avremmo mai immaginato che in un sabato sera qualunque, in un locale qualunque, una vera e propria squadra armata potesse fare irruzione e, senza remore alcuna, sparare sulla folla colpi di kalashnikov a casaccio.
Non potevamo prevederlo, non eravamo pronti, non sapevamo di poter essere colpiti.
Ma ora sì, ora lo sappiamo e la situazione internazionale ci impone l'obbligo di informarci sulle motivazioni, sulle modalità e sulle persone che, con il terrore, stanno cercando di distruggere la nostra libertà e il nostro diritto ad una vita serena.
Un cecchino Curdo guarda le macerie di Kobane dopo la sua liberazione (Foto di Bulent Kilic) |
Che cos'è L'Isis? Com'è nato? Chi lo comanda? Qual è il suo obbiettivo? Cosa vogliono i suoi adepti?
Proviamo a capire:
L'ISIS, è un'organizzazione terroristica nata in Iraq nel 2004 che promette di scatenare una guerra senza confini e senza fine, almeno finché il mondo intero non ammetterà l'esistenza di un solo dio e non sarà pronto ad obbedire al Califfato e a riconoscerlo come unica potenza mondiale.
Il Califfato, è un'istituzione governativa comandata dal Califfo che ne prende la guida politica e spirituale, e che rappresenta il volere di Allah sulla terra. Nel califfato, la legge della Sharia è applicata nella sua forma più pura.
La Sharia, è l'insieme delle leggi, basate sui precetti del Corano, che regolano ogni aspetto della vita dei popoli islamici e ne guida sia i comportamenti privati che quelli istituzionali e governativi.
Il nome ISIS è l'acronimo di Islamic State of Iraq and al-Sham.
Al-Sham è l'insieme dei territori che comprende Siria, Palestina, Libano e Giordania.
ORIGINI
Nell'Aprile del 2003 durante la seconda guerra del golfo, le forze anglo-americane destituiscono dal ruolo di dittatore dell'Iraq, Saddam Hussein. Questo avvenimento può essere considerato come il primo di una serie di eventi che porterà poi alla nascita dello stato islamico.
In quel periodo, l'Iraq è un paese diviso in tre gruppi principali:
Arabi Sciiti (62% della popolazione), Arabi Sunniti (solo il 18%) e i Curdi (Sunniti) (17%). Saddam Hussein fa parte della fazione araba sunnita e durante la sua dittatura sottomette il popolo Sciita con feroci repressioni. Dopo la caduta di Hussein, gli Stati Uniti impongono all'Iraq un governo di transizione che ha il compito di guidare il paese nel difficile passaggio tra dittatura e democrazia.
Il nuovo governo americano commette subito un grave errore sciogliendo l'esercito iracheno (formato solo da uomini sunniti), credendo di riuscire a placare più agevolmente un eventuale rivolta sunnita, piuttosto di una sciita.
I sunniti interpretano lo scioglimento dell'esercito come un attacco al loro potere che fino a quel momento era indiscusso. La tanto temuta rivolta non si fa attendere; con due potenti attacchi armati, i Sunniti cercano di debellare gli USA e i loro alleati (Curdi e Sciiti), per poter tornare a governare il paese.
Questa è la prima battaglia che apre la guerra civile irachena. Molti generali dell'esercito destituito dal governo americano si uniranno alla resistenza jihadista aprendo la strada a una serie di eventi che poi porterà alla nascita dell'Isis.
Mentre il paese scivola nel caos, Abu Musab Al-Zarqawi sfrutta il dilagante odio tra i popoli iracheni e inizia a disegnare un oscuro progetto per impadronirsi del paese e addirittura espandere il proprio dominio.
È proprio in quel periodo del 2003 che Al-Zarqawi getta il seme di quella che diventerà l'organizzazione terroristica più potente del mondo, l'Isis.
Il suo piano era semplice: portare distruzione e morte, provocare il caos, creare instabilità, distruggere qualsiasi parvenza di pace scatenando la guerra civile tra Sciiti e Sunniti.
Inizia così un vero bagno di sangue: uccide i principali leader Sciiti; sotto il suo comando vengono attaccati sia i luoghi sacri, che i luoghi civili (come fabbriche, ristoranti, negozi), sterminando un numero impressionante di innocenti e non risparmiando niente e nessuno.
Nel Maggio del 2004 l'esercito americano lascia Fallujah affidando il controllo della città alla polizia irachena che è formata principalmente da Sunniti. A novembre dello stesso anno, tutti coloro che si sono uniti alla Jihad, tornano nella città nuovamente accessibile facendo diventare Fallujah una vera roccaforte del movimento Jihadista.
Gli americani tornano sui loro passi, nel tentativo di liberare la città non immaginando che gli uomini di Al-Zarqawi ora, sono molto più preparati e organizzati e soprattutto molto meglio equipaggiati. Gli Usa subiscono parecchie perdite tra i Marines. Il mondo inizia a comprendere che questo nuovo movimento, formato da jihadisti di Al-Quaeda, ribelli dell'esercito iracheno e uomini di Al-Zarqawi, è in piena ascesa verso il potere.
Il 7 Giugno 2006, in Iraq e più precisamente a Hibhib, durante un attacco aereo mirato, l'esercito degli Stati Uniti d'America uccide Abu Musab Al-Zarquawi.
L'organizzazione prova a rimanere in piedi continuando ad attentare alla stabilità del paese, ma gli Usa hanno ripreso le redini del comando e pare che questa volta per i terroristi sia arrivata la fine.
Arriviamo al 2011. Il presidente Obama ritira le truppe americane dall'Iraq, lasciando il governo nelle mani del primo ministro iracheno (ex capo della milizia Sciita) che, libero di governare senza osservatori stranieri, utilizza il potere per regolare i conti con la minoranza sunnita, imprigionandoli senza formulare accuse formali e senza un giusto processo.
Tutto ciò riaccende il fuoco dell'insorgenza Sunnita che, essendo in netta minoranza non può fare altro che legarsi alla nuova organizzazione Jihadista che in quegli anni stava scalando le gerarchie del potere: L'ISI (Islamic State of Iraq).
il comando dell'Isi è ora nelle mani di Abū Bakr al-Baghdādī, che approfittando dell'instabilità che ha interessato i paesi durante la primavera araba, occupa vasti territori sia Iracheni che Siriani e conquista importanti città tra cui Raqqa, Kobane, Mosul e Fallujah. È in questo momento che il nome dell'organizzazione cambia trasformandosi in Isis.
Il 29 Giugno 2013, lo Stato Islamico si presenta al mondo come l'unico regno di Dio sulla terra e Abū Bakr al-Baghdādī si autoproclama suo califfo. Dopo queste dichiarazioni, il califfo chiama a se tutti i mussulmani del mondo e li esorta a combattere per la causa.
Dal 2014 L'Isis ha moltiplicato gli attentati sul suolo europeo; non c'è bisogno di elencarli, purtroppo sono storia recente.
Oggi l'Isis è una realtà che conosciamo tutti ma che forse, in maniera un po' superficiale, tendiamo a minimizzare pensando che la probabilità di essere coinvolti in un attentato terroristico sia rasente allo zero; probabilmente è vero, ma tenere gli occhi ben aperti e le orecchie dritte non può di certo farci del male.
In quel periodo, l'Iraq è un paese diviso in tre gruppi principali:
Arabi Sciiti (62% della popolazione), Arabi Sunniti (solo il 18%) e i Curdi (Sunniti) (17%). Saddam Hussein fa parte della fazione araba sunnita e durante la sua dittatura sottomette il popolo Sciita con feroci repressioni. Dopo la caduta di Hussein, gli Stati Uniti impongono all'Iraq un governo di transizione che ha il compito di guidare il paese nel difficile passaggio tra dittatura e democrazia.
Il nuovo governo americano commette subito un grave errore sciogliendo l'esercito iracheno (formato solo da uomini sunniti), credendo di riuscire a placare più agevolmente un eventuale rivolta sunnita, piuttosto di una sciita.
I sunniti interpretano lo scioglimento dell'esercito come un attacco al loro potere che fino a quel momento era indiscusso. La tanto temuta rivolta non si fa attendere; con due potenti attacchi armati, i Sunniti cercano di debellare gli USA e i loro alleati (Curdi e Sciiti), per poter tornare a governare il paese.
Questa è la prima battaglia che apre la guerra civile irachena. Molti generali dell'esercito destituito dal governo americano si uniranno alla resistenza jihadista aprendo la strada a una serie di eventi che poi porterà alla nascita dell'Isis.
Mentre il paese scivola nel caos, Abu Musab Al-Zarqawi sfrutta il dilagante odio tra i popoli iracheni e inizia a disegnare un oscuro progetto per impadronirsi del paese e addirittura espandere il proprio dominio.
È proprio in quel periodo del 2003 che Al-Zarqawi getta il seme di quella che diventerà l'organizzazione terroristica più potente del mondo, l'Isis.
Il suo piano era semplice: portare distruzione e morte, provocare il caos, creare instabilità, distruggere qualsiasi parvenza di pace scatenando la guerra civile tra Sciiti e Sunniti.
Inizia così un vero bagno di sangue: uccide i principali leader Sciiti; sotto il suo comando vengono attaccati sia i luoghi sacri, che i luoghi civili (come fabbriche, ristoranti, negozi), sterminando un numero impressionante di innocenti e non risparmiando niente e nessuno.
Nel Maggio del 2004 l'esercito americano lascia Fallujah affidando il controllo della città alla polizia irachena che è formata principalmente da Sunniti. A novembre dello stesso anno, tutti coloro che si sono uniti alla Jihad, tornano nella città nuovamente accessibile facendo diventare Fallujah una vera roccaforte del movimento Jihadista.
Gli americani tornano sui loro passi, nel tentativo di liberare la città non immaginando che gli uomini di Al-Zarqawi ora, sono molto più preparati e organizzati e soprattutto molto meglio equipaggiati. Gli Usa subiscono parecchie perdite tra i Marines. Il mondo inizia a comprendere che questo nuovo movimento, formato da jihadisti di Al-Quaeda, ribelli dell'esercito iracheno e uomini di Al-Zarqawi, è in piena ascesa verso il potere.
Il 7 Giugno 2006, in Iraq e più precisamente a Hibhib, durante un attacco aereo mirato, l'esercito degli Stati Uniti d'America uccide Abu Musab Al-Zarquawi.
L'organizzazione prova a rimanere in piedi continuando ad attentare alla stabilità del paese, ma gli Usa hanno ripreso le redini del comando e pare che questa volta per i terroristi sia arrivata la fine.
Arriviamo al 2011. Il presidente Obama ritira le truppe americane dall'Iraq, lasciando il governo nelle mani del primo ministro iracheno (ex capo della milizia Sciita) che, libero di governare senza osservatori stranieri, utilizza il potere per regolare i conti con la minoranza sunnita, imprigionandoli senza formulare accuse formali e senza un giusto processo.
Tutto ciò riaccende il fuoco dell'insorgenza Sunnita che, essendo in netta minoranza non può fare altro che legarsi alla nuova organizzazione Jihadista che in quegli anni stava scalando le gerarchie del potere: L'ISI (Islamic State of Iraq).
il comando dell'Isi è ora nelle mani di Abū Bakr al-Baghdādī, che approfittando dell'instabilità che ha interessato i paesi durante la primavera araba, occupa vasti territori sia Iracheni che Siriani e conquista importanti città tra cui Raqqa, Kobane, Mosul e Fallujah. È in questo momento che il nome dell'organizzazione cambia trasformandosi in Isis.
Il 29 Giugno 2013, lo Stato Islamico si presenta al mondo come l'unico regno di Dio sulla terra e Abū Bakr al-Baghdādī si autoproclama suo califfo. Dopo queste dichiarazioni, il califfo chiama a se tutti i mussulmani del mondo e li esorta a combattere per la causa.
In rosso i territori controllati dall'Isis |
Dal 2014 L'Isis ha moltiplicato gli attentati sul suolo europeo; non c'è bisogno di elencarli, purtroppo sono storia recente.
Oggi l'Isis è una realtà che conosciamo tutti ma che forse, in maniera un po' superficiale, tendiamo a minimizzare pensando che la probabilità di essere coinvolti in un attentato terroristico sia rasente allo zero; probabilmente è vero, ma tenere gli occhi ben aperti e le orecchie dritte non può di certo farci del male.