Oggi ho fatto un sacco di roba. Mi sono svegliato e mi sono stati impartiti determinati ordini sottoforma di "gentile richiesta" (dai l'aspirapolvere?) che ho eseguito, ho messo a posto la casa, mi sono dato un obbiettivo (correre almeno 40 minuti) che ho completato, ho creato una dissetante bevanda al gusto di zenzero e limone che ho poi raccolto in 3 bottiglie da 1,5 litri, ho fatto alcune commissioni, sempre su gentile richiesta (va' in farmacia e prendi queste tre cose!). Poi ho centrifugato 2 ananas e ne ho raccolto il succo in una bottiglia, mi sono masturbato, ho mangiato e ora, finalmente sto scrivendo.
E calcola che sono solo le quattro del pomeriggio. Praticamente ho fatto di tutto, tranne quello che avrei voluto fare realmente: leggere e scrivere.
Tra poco meno di mezz'ora dovrò fare il padre e questo comporta andare a prendere mia figlia all'asilo, portarla a spasso per il paese e poi giocare un po' con lei, attività che mi riempie di gioia, certo, ma che mi assorbe completamente e che quindi non lascia spazio ad altro che a se stessa.
Quindi il tempo per fare ciò che voglio fare, è finito, e ora non mi resta che leggere qualche pagina del libro di Scerbanenco e aspettare che giunga l'ora di immergermi nel meraviglioso mondo dei gelati e delle bambole.
Potrei dirmi soddisfatto di questa giornata, ma non lo sono completamente. È mancata la parte creativa. È stato tutto troppo meccanico, tutto troppo scalettato.
Nella check-list era programmato persino l'atto auto erotico.
Con il probabile tempo di esecuzione.
Nulla di meno sexy.
E anche un po' triste.
Diciamolo.
Nella check-list era programmato persino l'atto auto erotico.
Con il probabile tempo di esecuzione.
Nulla di meno sexy.
E anche un po' triste.
Diciamolo.
Andare in farmacia: fatto!
Sega: fatta!!
Fare succo: fatto!
Eccetera, eccetera...
E vabbè, che vuoi mai?
La vita è fatta così e chi non lo sa o non lo capisce adesso, lo saprà e lo capirà più avanti.
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