mercoledì 19 giugno 2019

Scrivere per ricordare

La maggior parte delle cose che viviamo va perduta, viene dimenticata. 


Pensiamo di poterci ricordare tutto, ma in realtà col passare degli anni, quell'evento, quella cosa o quella persona, finiranno in un oscuro oblio dal quale difficilmente faranno ritorno.

La memoria sfuma e si perde nella vita sempre uguale di tutti i giorni.

La scrittura può salvare la memoria. La scrittura può fermare il tempo e far rivivere vite passate che verrebbero quasi sicuramente dimenticate. La scrittura rimane.
La scrittura resta. 

Non è un buon momento per scrivere

La vita sta prendendo il sopravvento e non si lascia vivere come mi piacerebbe poterla vivere.


Non scrivo, ma penso tutti i giorni a scrivere, alla scrittura e a cosa scriverei se potessi farlo. Mi appunto idee geniali che il giorno dopo sembrano stupide; mi segno le frasi che potrebbero avere un possibile sviluppo in un qualche testo; cerco connessioni tra fatti, avvenimenti e storie, che possano darmi risposte a quesiti da sempre in attesa di essere risolti. 

Faccio tutto questo e soffro per non riuscire a fare altro. 
Non ho tempo da dedicare a ciò che amo fare.

Tutto questo non finirà oggi e nemmeno domani. Dopodomani chissà.
Quello che conta, è che non mi arrendo.
Continuo.

Perché è solo chi non molla mai, chi ci crede sempre, chi continua a lavorare che, prima o poi, raggiungerà i suoi obbiettivi. 
Prima o poi. 
Poi? 

Oggi, scrivo per ricordare. Per ricordarmi di quando non riuscivo a scrivere. Per ricordarmi che questo periodo non mi ha lasciato respirare, non mi ha lasciato vivere. Scrivo per ricordarmi che senza scrivere non riesco a trovare il senso.

Scrivere è cercare le spiegazioni alle proprie domande, attraverso la creatività e la critica del mondo in cui viviamo.

Io cerco, creo, critico e vivo, solo che non riesco a scrivere e quindi mi sembra di non fare nulla. Sembra che quelle azioni, seppur nobili, non possiedano nessun valore fino a quando non verranno stampate, bloccate e fissate perennemente dalla scrittura.




Tutto passa e nulla resta.

Passerà anche questa.



domenica 2 giugno 2019

IL CANTO DEGLI ITALIANI di GOFFREDO MAMELI





Poesia di:        Goffredo Mameli
Musica di:       Michele Novaro
Anno:               1847


Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.