Da Wikipedia:
La disobbedienza civile è una forma di lotta politica, attuata da un singolo individuo o più spesso da un gruppo di persone, che comporta la consapevole violazione di una precisa norma di legge, considerata particolarmente ingiusta, violazione che però si svolge pubblicamente, in modo da rendere evidenti a tutti e immediatamente operative le sanzioni previste dalla legge stessa.
La disobbedienza civile si può usare per qualunque obiettivo e per disobbedire a qualsiasi legge venga ritenuta soggettivamente ingiusta.
Una disobbedienza civile di per sé non è né giusta né sbagliata, bisognerà sempre entrare nel merito di ogni questione senza escludere nessuna opinione dal dibattito che si vuole creare. La cosa importante infatti, è assumersi la responsabilità delle proprie azioni; senza questo passaggio fondamentale l'iniziativa diventa solo un modo per aggirare la legge, ottenendo sì il proprio scopo, ma senza creare un opportunità di crescita e quindi un valore reale per la società tutta. Rendendo pubblico il proprio operato, viene dimostrato con i fatti l'assurdità della legge in questione e si può ottenere un dibattito da cui può nascere o meno un cambiamento.
Per chiamarla disobbedienza civile, bisogna apertamente esigere di essere processati perché è proprio il processo che mette tutti di fronte alla questione che si vuol portare all'attenzione.
Se c'è una legge per un reato quella legge va applicata, altrimenti se non incontra più la morale comune va cambiata.
Ovviamente non sempre si può pensare di rendere palese il proprio intento. Se torniamo all'esempio degli ebrei, l'intento di chi disobbediva era quello di salvare loro la vita e quindi nasconderli o farli fuggire; non avrebbe avuto senso autodenunciarsi mettendo così in pericolo il risultato sperato.
In questo caso, non potendo essere garantita la normale situazione di diritto per via di una dittatura sanguinaria, bisognerà puntare su azioni di sabotaggio cercando di boicottare il loro tirannico sistema.
È più una disobbedienza fine a se stessa ma fatta per una buona causa sempre comunque soggettiva.
Se si ritiene che qualcosa sia ingiusto non ha senso starsene zitti e buoni. Bisogna parlarne, portare tutto all'attenzione pubblica, poi si può avere ragione o torto, ma almeno la questione sarà esaminata e rivalutata secondo i criteri che le società di quel momento ritengono più corretti.
Opera di Banski |
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