Appena finisci di leggere "Notti in bianco, baci a colazione" di Matteo Bussola, hai l'indefinita sensazione che le cose, se solo volessimo potrebbero andare meglio.
Questo libro dà speranza e in un certo modo, rivaluta il genere umano.
Sono tanti gli spunti di riflessione che Matteo, padre di tre bimbe, mette sul piatto.
Scene di vita normale, storie di tutti giorni, filtrate attraverso l'occhio acuto di questo padre, diventano pensieri e riflessioni profonde, a volte quasi poetiche.
"Notti in bianco, baci a colazione" è un libro nato per caso. Si tratta infatti di una raccolta di scritti postati su Facebook da Matteo Bussola, Padre, disegnatore della casa editrice Bonelli e compagno di Paola Barbato, Sceneggiatrice di Dylan Dog e Scrittrice (Le S maiuscole non sono un errore, sono un attestato di stima!).
È infatti dall'amore che provo per tutto ciò che Paola Barbato scrive, che ho imparato a conoscere Matteo. Prima di tutto il clamore che ha suscitato con la lettera a Fedez; prima che diventasse per tutti "Il Bussola"; prima che fosse il fenomeno che oggi è diventato.
Ho richiesto la sua amicizia su Facebook, perché mi divertivano i siparietti raccontati da Paola dove lui era indiscusso protagonista. Quando ha accettato la richiesta, ho notato che Matteo usa Facebook proprio per quello che è:
un diario, e infatti scrive ciò che pensa e ciò che gli succede.
Così, piano piano, nel tempo mi sono reso conto che oltre all'imbranato burlone, al padre affettuoso, al marito amorevole, c'era di più.
C'erano idee simili alle mie. C'era l'appartenenza ad un credo comune, che è il credo del rispetto per le vite altrui.
Dai suoi racconti si capisce che è una persona empatica e compassionevole, che se può aiuta e se non può, aiuta lo stesso.
Stima a parte, il libro è piacevole da leggere, con una scrittura scorrevole e ricca di frasi profonde, che faranno felici gli amanti degli aforismi. Non vi riporto esempi per il fatto che, senza la giusta contestualizzazione, le frasi perderebbero di potenza emotiva.
Leggetelo se vi capita.
Non ve ne pentirete.
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