giovedì 26 ottobre 2017

L'Incipit

Partiamo da un dato di fatto: ogni testo letterario e non, ha un inizio e quindi ha per forza un incipitOk. L'ovvio l'abbiamo detto. In narrativa però, l'incipit è molto più importante e fondamentale rispetto a qualsiasi altro testo.

L'incipit è quel momento in cui tu decidi di chiudere gli occhi sulla tua vita e di riaprirli su vite non tue ma che poi, alla fine del libro, ti apparterranno.
Dopo aver iniziato un romanzo, uscirai da te stesso e ti ritroverai come per magia, nei panni di qualcun altro, percependo i suoi sentimenti, condividendo le sue emozioni e partecipando alla sua vita. Se il libro che stai leggendo ti rapisce, la tua mente viaggerà verso mete impossibili da raggiungere e proverà esperienze che probabilmente nella tua vita non vivrai mai. È un esperienza mistica e virtuale ma che lascia qualcosa dentro. Qualcosa che ti farà crescere e che arricchirà la tua vita. 


Umberto Eco diceva che «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.» 
E tutto questo è possibile solo iniziando a leggere una storia.

L'incipit più bello che ho mai letto è quello de "Il Processo" di Franz Kafka:
"Qualcuno doveva aver diffamato Josef K., perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato. La cuoca della signora Grubach, la sua padrona di casa, che ogni giorno verso le otto gli portava la colazione, quella volta non venne. Ciò non era mai accaduto."

In tempi più recenti, un inizio che mi ha colpito è stato quello di Gregory David Roberts in "Shantaram", che mi ha letteralmente catapultato nella sua vita:

"Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato ad un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto ad una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.
Nel mio caso è una lunga storia, con tanti personaggi. Sono stato un rivoluzionario che ha soffocato i propri ideali nell’eroina, un filosofo che ha smarrito l’integrità nel crimine, un poeta che ha perso l’anima in un carcere di massima sicurezza. Scappando di galera – ho scavalcato il muro principale, fra le due torrette di guardia armate di mitragliatrici – sono diventato l’uomo più ricercato del mio paese. La buona sorte mi ha tenuto compagnia per mezzo mondo, e mi ha seguito fino in India. Sono entrato nella mafia di Bombay, ho fatto il trafficante di armi, il contrabbandiere, il falsario. Mi hanno messo in catene in tre continenti, mi hanno preso a botte, bastonato, privato del cibo. Sono andato in guerra. Sono fuggito sotto il fuoco nemico. E sono sopravvissuto, mentre altri intorno a me morivano. Uomini quasi sempre migliori di me. Uomini migliori le cui vite sono state frantumate da un errore, spazzate via da un istante sbagliato d’odio, amore o indifferenza. Li ho seppelliti, ed erano tanti. Troppi. Il dolore delle loro storie e delle loro vite è entrato a far parte della mia esistenza.Ma la mia storia non parte da quegli uomini, ne dalla mafia: inizia dal primo giorno a Bombay. Il destino ha calato la mia carta in quella città. La fortuna ha distribuito le carte che mi hanno portato a Karla Saaranen. E io ho cominciato a giocarla, quella mano, fin dal primo momento che ho guardato i suoi occhi verdi. Insomma, questa storia inizia come tante altre: una donna, una città e un pizzico di fortuna."

E da qui inizia un viaggio che durerà più di mille pagine e che alla fine vi avrà riempito l'anima.

È difficile creare incipit così potenti e suggestivi, ma come diceva Italo Calvino:
"Fino al momento precedente a quello in cui cominciamo a scrivere, abbiamo a nostra disposizione il mondo dato in blocco, senza né un prima né un poi."

Sta a noi renderlo magico.

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