Siamo sempre al solito punto. Quello dove non si sa a che punto siamo. È questa la realtà, nessuno sa veramente dove sta andando e questo crea ansia e confusione. C'è chi dice che non è mai troppo tardi per cambiare strada o obbiettivo. Può anche essere vero, ma permettetemi di dubitarne; se io volessi diventare un eccellente pianista, sarei clamorosamente in ritardo rispetto ad una persona della mia età che ha iniziato a suonare quando aveva cinque anni. Siete d'accordo che le porte per me si aprirebbero con immensa fatica rispetto a quelle che si aprirebbero ad una persona che ha affinato e assimilato le tecniche da più di trent'anni? Spero di sì. Allora questa cosa, che ognuno può cambiare vita in ogni istante della sua esistenza, è una bufala o una trovata motivazionale priva di fondamento? C'è un'età limite per fare certe cose? Dipende dal livello che si vuol raggiungere in una determinata disciplina. Se ti accontenti di riuscire a suonare qualche melodia al piano, riuscendo a non sbagliare continuamente tasto, allora sono sicuro che ce la puoi fare, ma se punti a intraprendere una carriera da musicista a quarant'anni, senza una minima esperienza precedente, mi dispiace per te ma non ce la farai mai.
È quello che noto quando, nel mondo dello spettacolo o nel panorama letterario, spuntano fuori personaggi che, sconosciuti fino al giorno prima, acquistano improvvisamente popolarità e grazie a questa, compaiono ovunque tu volga lo sguardo. Se proverai a fare una veloce ricerca, scoprirai che frequentano quegli ambienti da anni, occupando posizioni secondarie, ma comunque sempre all'interno del sistema dove, solo dopo molto tempo, hanno ottenuto il successo sperato.
Faccio un esempio che per me è esplicativo di quanto detto fino ad ora: Andrea Camilleri.
Andrea Camilleri era uno scrittore divenuto famoso per i romanzi gialli che hanno come protagonista il Commissario Montalbano. Ok, lo conoscete tutti; la serie tv in questi anni ha dato maggior visibilità al personaggio incrementando la vendita dei libri, ma sta di fatto che prima del successo di quei romanzi, chi poteva mai dire di sapere chi fosse veramente Andrea Camilleri?
Eppure se si va a leggere il curriculum dell'amato scrittore, si scopre che per molti anni è stato un regista e uno sceneggiatore teatrale, che molti anni dopo ha lavorato in Rai e che, dopo qualche libro pubblicato, finalmente nel 1994 scrive e dà alle stampe la prima avventura di Montalbano, "La forma dell'acqua", che dà l'innesco ad una straordinaria popolarità.
Capite dove voglio arrivare?
Non era un operaio qualsiasi con la passione per la letteratura che ha scritto una serie di successo;
Non era un banchiere che ha deciso di fare il regista teatrale;
Non era un muratore che si è ritrovato un impiego nella televisione pubblica;
Lui è diventato Andrea Camilleri, perché già a ventidue anni, faceva il regista teatrale e perché prima dei trent'anni lavorava in Rai.
Non è nato dal nulla come sperano di fare molti di noi. Lui era già nell'ambiente e come lui, molti di quelli che stanno avendo successo ora o che avranno successo in futuro, frequentano l'ambiente già da molto tempo.
Non dico che non sono mai esistiti casi di successi folgoranti o di fenomeni che riescono per un breve periodo a vivere il proprio momento magico, ma sono fuochi di paglia che si spengono relativamente presto per poi essere velocemente dimenticati.
Un caso letterario di successo fu quello di Melissa Panarello, meglio conosciuta come Melissa P. che con il suo "100 colpi di spazzola prima di andare a dormire", conquistò e scandalizzò l'Italia intera. Quello fu un successo improvviso e incredibile, visto la giovane età della scrittrice che all'epoca aveva soli diciassette anni, e fu un successo che lei stessa è riuscita a coltivare e mantenere vivo, visto che continua ancora oggi la sua produzione letteraria e artistica. Ma è uno dei pochi casi che ce l'ha fatta senza avere alle spalle un background culturale del mondo in cui si vuole andare ad inserire.
Io, a trentasei anni, da operaio che nella vita ha visto solo quel mondo, ce la potrei mai fare ad entrare in una realtà che mi affascina ma che non mi appartiene? O verrei forse visto come un sempliciotto qualsiasi con ambizioni letterarie che prova ad inserirsi in un ambiente fuori dalla propria portata, risultando infine ridicolo agli occhi degli addetti ai lavori?
Non mi sento molto a mio agio con questi pensieri. Mi sembra sempre di essere fuori posto, ma questo mi accade ovunque, quindi non sono mai a mio agio in nessuna situazione. È come se vedessi negli altri, persone molto superiori a me, pronte a giudicare ogni mia parola, persone autorizzate a etichettarmi con il loro insindacabile giudizio che sembra sempre valere molto più del mio.
Mi sembra di essere banale. E forse mi sembra di essere banale perché non ho la preparazione adatta per non risultare in quel modo. È questo che in realtà mi impaurisce. Il non essere all'altezza della situazione dimostrando a tutti la banalità che permea il mio pensiero.
Se siete giovani e avete un sogno, datevi una mossa. Il tempo sembra infinito, ma presto vi renderete conto che non è così. Ogni minuto che perdete, è un minuto che vi allontana dal vostro obbiettivo e che non recupererete più. Datevi una mossa, o vivrete di rimpianti.
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