Quante volte avete sentito la frase: "segui i tuoi sogni"? E quante volte l'avete fatto? Già, come pensavo.
Non sentitevi in colpa, seguire i propri sogni non è mai facile. Ognuno ha costruito la propria vita legandola ad una serie di doveri da rispettare che vanno dalla famiglia al lavoro. Ad un certo punto della nostra vita, ognuno di noi ha dovuto compiere scelte capitali, scelte alle quali non eravamo preparati e che volenti o nolenti, avrebbero indirizzato il nostro futuro in maniera quasi irreversibile.
I più fortunati hanno imboccato la strada giusta, quella che poi li ha effettivamente portati a vivere la vita che avrebbero voluto vivere e a realizzarsi come individui.
I più sfortunati invece sono arrivati davanti al famoso bivio (o trivio) inermi come tutti, ma senza nessun appoggio da parte dei genitori: sono stati abbandonati a loro stessi e hanno fatto la loro scelta sbagliando clamorosamente tutto.
(Ci sono anche quelli che hanno sbagliato strada ma si sono accontentati e hanno accettano tutto quello che arrivava, senza domande né ribellioni: per loro la vita scorre tranquilla, può succedere che qualche volta sentano uno strano peso sullo stomaco ma, tutto sommato, a loro va bene così.)
Io faccio parte della seconda categoria.
Fino ad una certa età non ho capito niente di quello che mi circondava, poi un giorno, come per magia, mi si sono aperti gli occhi, solo che ormai era troppo tardi:
il treno era passato, le opportunità finite e l'età troppo avanzata.
Un coglione, insomma.
Sento già qualcuno bussarmi sulla spalla per attirare la mia attenzione e dirmi una frase che più retorica di così si muore:
"Non è mai troppo tardi per inseguire i propri sogni e realizzarli"
Ma vaffanculo!
Come pensate che io, con due figli e una moglie a carico, possa anche solo lontanamente pensare di abbandonare un lavoro che odio ma che paga bene, per inseguire i miei sogni che si basano sul nulla (cioè, su un talento che non ho e sulla fortuna di essere compresi dagli altri), quando sappiamo perfettamente che, come insegna Gianni Morandi, solo "uno su mille ce la fa"?
Come posso pensare di essere io quel 1 X 1000? Sarebbe come andare al casinò e puntare tutto sul rosso o sul nero.
Non si fa dai...
A parole è tutto molto facile ma poi, quando si va ad analizzare una per una, le piccole catene che tengono legata la vita di ogni singolo individuo, si capisce che ognuna di loro ha un significato e un'importanza vitale; a volte basta aprire il lucchetto sbagliato per passare da avere una vita normale a perdere tutto in un batter d'occhio.
"Chi non risica non rosica" è vero! Facciamo però che inizi tu, eh!
Il mio è un discorso molto cinico, lo so, ma arrivato a questo punto della mia vita, smetto di sperare di farcela, smetto di sognare e continuo a fare quello che sto facendo, mi piaccia o meno.
Senz'altro continuerò a scrivere, ma solo per un mio piacere personale, senza alcuna velleità artistica e senza sperare che un giorno qualcuno si accorga di me.
Non succederà e se succederà, sarà quel che sarà.
Con questo scritto sconclusionato e che non ho intenzione di editare, voglio dire che prenderò tutto molto più alla leggera di quanto ho fatto fino ad ora; non soffrirò più perché non riesco a scrivere, non mi farò venire mal di pancia e non lotterò più per ritagliarmi momenti di studio e lettura sacrificando sonno e tempo libero. Prenderò tutto quello che viene e farò solo ciò che voglio, senza obblighi e costrizioni che poi, in realtà, erano solo mie deviazioni mentali.
Leggerezza è la nuova parola d'ordine.
...Non vi sentite già meglio?
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