domenica 21 giugno 2020

Non Chiamatemi Ingenuo...

Molti anni fa, camminavo per le vie di Venezia, quando mi sono imbattuto in un venditore ambulante che, a onor del vero, non vendeva nulla di utile o ordinario, ma qualcosa di piuttosto stravagante che non ho mai dimenticato. La sua merce consisteva in diversi pupazzetti di carta, con corti fili di lana a comporre le gambe dove alle estremità erano attaccati piccoli quadratini di carta, a simulare improbabili piedi; 
E fino a qui direte "...e quindi?". Miei ingenui amici... Quello che non sapete e che quei pupazzetti, sfidando ogni legge fisica, rimanevano abilmente in piedi, e non si limitavano solo a questo, ma anzi, ballavano a tempo di una musica che fuoriusciva delle casse di una vecchia radio posta lì vicino.

Ora mettetevi nei miei panni: avevo sedici anni e poca esperienza del mondo, ero in gita di piacere (avevo marinato la scuola o come si dice dalle mie parti "avevo Fatto Fuoco") con una ragazza bellissima e avevo dalla mia l'entusiasmo e la stupidità della gioventù che non teme nulla, neppure di fare figuracce e passare per fesso. 
Cosa mai avrei potuto fare, se non sborsare cinquemila Lire e comprare quel prodigio della scienza? 

Il signore, gentilissimo, mi ha illustrato com'era possibile far ballare quei piccoli pezzi di carta semplicemente avvicinandoli allo stereo e strofinandoli un poco sulla cassa acustica. Per dimostrarmi che tutto era autentico e genuino ha aperto un pupazzetto nuovo e lo ha messo a danzare affianco a i due già attivi sul marciapiede. 

Incrdibile!! Buon uomo, prenda subito i miei soldi!

Ho comprato quei pupazzetti e già avevo in mente un grande futuro per loro: immaginavo le reazioni di tutti coloro ai quali li avrei mostrati, a come sarebbero rimasti a bocca aperta dopo averli visti ballare e quanto tutti avrebbero invidiato quei miei nuovi prodigiosi giocattoli.

Arrivato a casa, ho immediatamente spacchettato il mio acquisto e con grandissima delusione mi sono reso conto che, quell'adorabile vecchino mi aveva fregato alla grande. Avevo acquistato alla folle cifra di cinquemila lire, due pezzetti di carta, grandi quanto una mano che non stavano in piedi nemmeno a puntellarli. Avrei voluto spaccare tutto, prendere il treno e tornare di nuovo a Venezia per poi ritrovare quel maledetto truffatore e cantargliene quattro. 
Ma non l'ho fatto; anzi, sono rimasto ore e ore a studiare la tecnica e a perfezionare il movimento; ho raggiunto la manualità necessaria per compiere il gesto utile a far ballare le mascotte di carta sull'invisibile filo di nylon e, alla fine, sono diventato un abile giocoliere.

Da allora sono passati molti anni e quel giochino è stato dimenticato e abbandonato in favore di nuove scoperte e di più interessanti hobby, ma non l'ho mai scordato del tutto; e così quando l'altro giorno camminando nuovamente per le vie di Venezia, mi sono ritrovato davanti lo stesso amato trucco effettuato dalla stessa mano abile di allora corredato dallo stesso sorriso canzonatorio leggermente più invecchiato, beh, mi sono bloccato meravigliato.
Mi sono poi avvicinato, e fingendomi incuriosito, mi sono interessato alla tecnica, bevendomi tutte le sue cazzate per poi sborsare nuovamente del denaro (cinque euro questa volta), consapevole del fatto che quel vecchietto farabutto dentro di sé gioiva per averne fregato ancora un altro. E io, felice per il mio nuovo acquisto, l'ho salutato e ringraziato per avermi fatto riprovare le stesse sensazioni di quando, quel ragazzino ingenuo si entusiasmava semplicemente per due pezzetti di carta danzanti. 

L'ho comprato di nuovo, sì è vero, ma non chiamatemi ingenuo, chiamatemi Sognatore!




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