sabato 28 ottobre 2023

L'ambulanza

Quando esplose l’autobus ero a casa. Avevo appena finito di mangiare, ed ero in balcone a sbattere le briciole dalla tovaglia. Il balcone dà su una strada molto trafficata e non è inusuale assistere a tamponamenti o a litigi tra automobilisti. Quel giorno non sembrava essere diverso da altri e mentre due tizi si prendevano a male parole, ecco in lontananza far capolino un autobus che sembrava arrivare piuttosto veloce. Mi fissai a guardarlo. Non accennava a rallentare. Le persone ferme alla fermata iniziarono a correre in modo disordinato ed alcuni di loro riuscirono a salvarsi. Quando l'autobus arrivò investì persone, biciclette, monopattini, scooter e bidoni dell'immondizia terminando la sua folle corsa squarciando la vetrata della banca.

Rimasi a bocca aperta. Pietrificato, fissavo il disastro che mi si parava davanti. Poi come nel più scontato dei film, l’autobus saltò in aria. Uno schianto tremendo, i vetri alle finestre delle case si infransero, gli allarmi di tutte le attività iniziarono a suonare contemporaneamente, la gente urlava e imprecava disperata mentre alcuni di loro morivano senza scampo. L’onda d’urto dell’esplosione mi fece chiudere gli occhi e abbassare la testa sotto la paratia del balcone. Tornai in casa, mi infilai le scarpe al volo e scesi facendo le scale quasi come fossero uno scivolo. 

Giunto in strada mi fermai ad analizzare la situazione. Le macerie erano ovunque cercai di concentrarmi ma mettere a fuoco le idee in quel momento era impossibile, Tutto mi sembrava ovattato e confuso, potevo solo affidarmi all’istinto e l’istinto in quel momento mi diceva di soccorrere quella ragazza che in ginocchio in mezzo alla strada stava urlando di dolore. Era completamente imbrattata di sangue ma non mi sembrava ferita. La portai fuori dal caos urlando anch’io in mezzo alla folla, ero solo una delle tante voci che cercava disperatamente aiuto. Non sapevo più cosa fare e sentendomi inutile mi misi a piangere. Finalmente in lontananza udii l'eco della sirena di un'ambulanza che, sempre più velocemente, si avvicinava a me. Mi guardai intorno ma non vidi nulla. Il suono delle sirene mi esplodeva nel cervello ed era ormai insopportabile. Mi trovavo in mezzo alla strada con le mani sulle orecchie e gli occhi stretti in una smorfia di fastidio, quando apro gli occhi e fisso il soffitto completamente sudato. 

Il cellulare sul comodino riproduce il suono di una sirena urlante. 
Ancora ansimante lo prendo e spengo la sveglia.



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