Paolino è un simpatico vecchietto che vive in una modesta palazzina non lontana dalla piazza del paese. Come ogni pensionato, all'inizio del mese ha l'abitudine di alzarsi all'alba, recarsi alle poste e incassare una parte consistente della sua pensione.
Allo sportello c'è sempre l'Ivana, che è stata a scuola con suo figlio e che ogni volta gli chiede di salutarglielo tanto. Paolino prende i soldi dalle morbide mani dell'Ivana e li infila nella solita busta da lettere. Se tutto fosse andato come sempre, Paolino sarebbe arrivato a casa e avrebbe nascosto la busta in uno degli anfratti che ha creato per proteggere i suoi risparmi.
Questa volta però non tutto va per il verso giusto. Questa volta c'è un imprevisto.
Un signore che Paolino non ha mai visto, lo rincorre poco lontano dalla posta e gli racconta di essere il nuovo direttore della filiale, gli spiega che hanno avuto una partita di denaro contante contraffatta e che per un errore, parte di quel denaro adesso è finito nelle tasche di Paolino.
Il nuovo direttore è un bell'uomo, sicuro di sé e vestito molto bene. A Paolino fa subito simpatia, ma in realtà non capisce bene quello che gli sta dicendo e, un po' per non fare la figura del rincoglionito, un po' per l'autorità che l'uomo emana, e anche perché ha gia tirato fuori dall'interno della giacca, la somma precisa in contanti della sua pensione, Paolino rinuncia a fare domande per chiarire i dubbi che gli affollano la mente e scambia i suoi soldi, con quelli del "nuovo direttore della posta".
Paolino torna a casa soddisfatto per lo scampato pericolo ma, nella sua mente, c'è come un ingranaggio bloccato che non riesce a compiere per intero la sua rotazione e nel profondo, in realtà, non è completamente tranquillo.
"Ma no, dai! Non sarà niente! Sto diventando troppo vecchio e paranoico." Continua a ripetersi.
Nel pomeriggio, Paolino va a fare la spesa e, quando arriva il momento di pagare il conto, scopre con imbarazzo che i soldi che ha dato al cassiere, sono falsi. Con grande umiltà si scusa, abbandona la spesa ed esce dal mini-market. Con la mente ripercorre gli eventi di quella mattinata: la sveglia all'alba, le poste, il nuovo direttore, lo scambio di soldi... ed ecco che all'improvviso, l'ingranaggio inceppato si sblocca, completa finalmente la sua rotazione, e fa partire una serie di insulti e imprecazioni verso il "nuovo direttore delle poste" che, ancora oggi, riecheggiano nelle strade del paese.
Paolino capisce di esser stato truffato e si vergogna molto della sua ingenuità, ma riesce comunque a prendere una saggia decisione: denunciare il fatto alla polizia.
Essere truffati fa sentire terribilmente stupidi e spesso si tende a nascondere la propria disavventura invece di denunciarla.
A Paolino non hanno portato via solo i soldi della pensione, hanno portato via anche la dignità. Ha fatto la figura dello stupido e ora probabilmente c'è gente che ride di lui al bar. Gente, a cui magari è già successo qualcosa di simile, ma che pur di non essere bollati come rincoglioniti, sono rimasti in silenzio, senza raccontare niente a nessuno, a mandare giù privatamente l'amaro boccone.
Paolino ha fatto un'altra scelta. Paolino ha scelto di denunciare, e ha fatto bene.
Denunciando, ha fatto sapere alle autorità che in giro c'è qualche stronzo che sta fregando le persone e ha fatto conoscere il problema a tutto il paese, evitando (forse) il ripetersi di situazioni spiacevoli.
Denunciare il sopruso subìto è stato un atto di grande coraggio, altruismo e responsabilità.
Cosa avrebbe dovuto fare Paolino?
1- Non credere subito ad uno sconosciuto cedendo alle sue richieste e dandogli i soldi;
2- Tornare in posta a discutere della situazione con la cassiera dello sportello;
3- Se i dubbi persistevano, rivolgersi al 113 per risolvere la controversia.
Il punto 3, è ciò che consiglio di fare in ogni situazione ambigua nella quale può capitare di imbattersi.
Chiamare la polizia o minacciare di farlo, fuga ogni dubbio sull'onestà o meno delle persone che ci si parano davanti.
Se hanno qualcosa da nascondere fuggiranno più veloci di Bolt.
<<Signore, mi perdoni ma abbiamo riscontrato un problema con il suo denaro. Dovrebbe restituircelo>> disse il nuovo direttore della posta.
<<Che tipo di problema, se posso sapere?>> domandò Paolino.
<<Il suo denaro risulta esplosivo al contatto con l'aria.>>
<<Davvero? Sa che c'è? Ho dei dubbi sulla sua teoria, torniamo in posta a verificare>>
<<Ma no guardi>> disse tirando fuori i contanti esatti <<Ho già qui il denaro buono.>>
<<Scusi, ma non sono convinto, chiamo la polizia e verifichiamo la faccenda insieme a loro.>>
<<Guardi, se vuole saltare in aria per me è lo stesso. Arrivederci!>>
<<Ciao, Ciao!>>
Tornando verso casa però gli venne una dubbio: e se il denaro fosse davvero esplosivo? Non ci pensò due volte, fece marcia indietro e si diresse di nuovo verso l'ufficio postale per avere chiarimenti. Che poi chissà, magari ci sarebbe scappata anche qualche altra chiacchiera con quella gran gnocca dell'Ivana.
Ecco, è così che sarebbe dovuta andare.
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