Anche questa notte i miei occhi si spalancano nel sonno. Sto dormendo, so perfettamente di dormire, ma sono cosciente della realtà che mi circonda.
Sono prigioniero del mio letto. Non riesco a muovermi. I miei occhi sono aperti, apparentemente sono sveglio ma non riesco a muovere un solo muscolo del mio corpo.
Succede ormai ogni notte da un mese a questa parte. Comincia sempre nello stesso modo. All'improvviso si alza un brusio di fondo, una cacofonia di voci che si accavallano l'una sull'altra senza far percepire chiaramente il significato delle parole. La sofferenza che esprimono queste voci al contrario, è talmente chiara da risultare quasi palpabile. Urla strazianti, nenie e lamenti che fanno sprofondare la mia giovane anima nel più cupo degli inferni. Poi, le voci che fino a quel momento hanno urlato il loro dolore si zittiscono, proprio come quando a teatro si apre il sipario e il chiacchiericcio scéma velocemente. Ecco, è proprio in quel momento che arriva lui. L'uomo nero.
La prima notte che venne a farmi visita io piangevo terrorizzato dalle voci strazianti che mi rimbombavano nel cervello. Lentamente vidi la figura sconosciuta di un uomo comparire e fermarsi davanti alla porta aperta della mia camera.
La stanza era completamente buia, ma una leggera luce lunare proveniente da una finestra del corridoio antistante, ne illuminava l'ingresso. La sua ombra, dal contorno perfetto, occupò la porta. Cercai di urlare, ma le mie labbra erano serrate, per quanto mi sforzassi non riuscivo ad aprire la bocca. L'uomo non si mosse per molto tempo.
Poi come era venuto, se ne andò.
La notte successiva tornò di nuovo. Anche quella dopo, e quella dopo ancora e ogni volta che arrivava, avanzava di un piccolo passo verso il mio letto. Ad un tratto si fermava e stava lì, immobile ad osservarmi; poi tornando sui suoi passi, se ne andava.
Ogni volta che le urla strazianti delle voci riempiono la stanza, so che lui sta per arrivare e che, anche questa volta, farà un passo in più che lo porterà sempre più vicino a me.
Le voci hanno finalmente smesso il loro tormento. L'uomo nero sta per arrivare. Lui arriva sempre nel più completo silenzio. Silenzio che in realtà ha un suo suono particolare, un suono terribilmente vuoto.
Eccolo, è arrivato. Avanza lentamente, come sempre. La sua figura claudicante è come un buco nero, non riflette nessuna luce. L'uomo nero assorbe tutte le mie emozioni, si nutre del mio terrore, vive della mia paura. Vuole farmi impazzire. Lentamente si avvicina. Il suo procedere sinuoso è quasi ipnotico.
Eccolo, è arrivato. Avanza lentamente, come sempre. La sua figura claudicante è come un buco nero, non riflette nessuna luce. L'uomo nero assorbe tutte le mie emozioni, si nutre del mio terrore, vive della mia paura. Vuole farmi impazzire. Lentamente si avvicina. Il suo procedere sinuoso è quasi ipnotico.
Sono completamente scosso da fremiti di terrore. Il mio corpo, seppur paralizzato, si scuote come se fosse invaso da potenti scosse elettriche.
Ora si trova al mio fianco.
Non vedo i suoi occhi ma so che mi sta fissando.
Il suo volto si avvicina al mio. Sto per morire.
Mi scruta, mi annusa, vuole farmi morire di terrore.
I miei occhi spalancati, non riescono a reggere lo sguardo verso quel buio infinito. Sposto gli occhi dove la sua immagine non occupa la mia vista ma lui segue il movimento dei miei occhi. Vuole farmi vedere la sua oscurità. Vuole farmi conoscere il suo abisso.
Poi l'uomo nero fa una cosa che non ha mai fatto. Parla, e dice:
- la fine è vicina.
Nella sua voce ci sono tutte le sofferenze dell'inferno. Il suo alito è gelido come le sue parole.
"La fine è vicina". Cosa diavolo vuol dire?
Poi, esausto, crollo addormentato.
Poi, esausto, crollo addormentato.
Che significato avevano le parole che l'uomo nero mi ha rivolto ieri notte? Sto per morire? La fine delle sue visite sta arrivando? Cos'è vicino? È tutto il giorno che mi tormento con queste domande. Domande a cui non riesco a dare nessuna risposta logica.
Aspetto con ansia il momento di andare a dormire. Mai come questa notte ho bisogno di incontrarlo.
Non è venuto. Questa notte mi ha lasciato in pace. Forse le sue visite sono finite! Forse questo incubo è giunto al termine. Ma che senso hanno avuto? Che senso ha avuto tormentarmi un mese intero? Perché?
Sono passate due settimane dall'ultima visita dell'uomo nero. È finita. Ne sono certo.
Gli occhi si aprono. È troppo buio per essere mattino e le voci strazianti alle mie orecchie sono inconfondibili. Sta arrivando. Dopo più di un mese sta tornando. Provo a muovere la testa ma non ce la faccio. La stanza si fa improvvisamente gelida, la notte più scura. Le urla sono cessate e adesso il silenzio è assordante.
La silhouette perfetta dell'uomo vestito di tenebra si affaccia alla porta aperta della mia stanza.
È lui, senza ombra di dubbio.
Sinuoso, avanza verso di me con quella lentezza che farebbe impazzire chiunque. Ora è accanto a me. All'improvviso, con una velocità sovrumana si abbassa verso la mia faccia, avvicina le sue labbra al mio orecchio e dopo un tempo che sembra infinito dice:
- La fine è qui. Svegliati e combatti!
Mi sveglio urlando con la faccia rivolta verso il cuscino. Qualcuno me lo sta premendo con violenza sulla faccia. Non capisco subito cosa sta succedendo. Qualcuno sta cercando di soffocarmi e non respiro più.
L'uomo nero ha detto che devo lottare.
Inizio a dimenarmi. Sono molto agitato. La paralisi è svanita e sono pieno di energie. La persona che sta spingendo il cuscino sulla mia faccia ha un cedimento. Scalcio e muovo le braccia. Con le gambe riesco a spingere via il mio aggressore e finalmente respiro di nuovo. Inizio ad urlare tutta la mia rabbia, piango furiosamente e in casa sveglio tutti.
Con la coda dell'occhio vedo mio fratello che con un balzo si lancia sul suo letto proprio un attimo prima dell'arrivo della mamma.
Mio fratello maggiore ha provato ad uccidermi.
Mamma raggiunge il mio lettino e con qualche carezza riesce a calmarmi, poi mi prende in braccio e mi attacca al seno.
Finalmente un po' di pace.
Mentre mi consolo, fisso il letto di mio fratello. Finge di dormire, ma io so che è sveglio. So che sta ascoltando la mamma che sta cantando una ninna nanna tutta per me. So anche che da oggi dovrò guardarmi le spalle.
L'uomo nero torna ogni notte, ma non dice più niente. Si limita a fissarmi.
È qui per proteggermi.
Un oscuro e spaventoso angelo custode.
Quando l'uomo nero entra nella stanza e mi fissa, posso dormire senza paura. Lui veglia su di me. L'uomo nero è mio amico.
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