venerdì 28 luglio 2017

Estate

Ho un grossissimo problema. È un problema che non ha soluzione perché quel cazzo di problema sono io. Come posso auto risolvermi? Sono in crisi con me stesso. Ho aperto questo blog anche per sfogarmi e visto che esiste, almeno utilizziamolo per quello che fondamentalmente è: un cazzo di diario. Non importa quanto io ci scriva, non importa il modo in cui io metta per iscritto le mie idee o emozioni. Non importa nulla. Quindi ora scriverò e pubblicherò direttamente senza editing e senza correzioni ai refusi che salteranno sicuramente fuori.
Dunque, da dove iniziamo? Sono in ferie. In realtà le ferie sono quasi finite e tra qualche giorno, la routine riprenderà il sopravvento sulla mia vita. Oggi ripensavo a quanto sembravano interminabili le vacanze estive quando ero bambino. Non finivano mai, e forse ne ho capito il motivo. 
Le scadenze, gli impegni e le responsabilità, ecco i motivi. 
Da bambini non si hanno scadenze. La vita di un adulto è costellata da scadenze, ma sopratutto da responsabilità. Non si può più avere quella libertà mentale che si possiede quando si è bambini. Io almeno non la provo più da tantissimo tempo. Forse un adulto senza figli e senza persone che fanno affidamento su di lui, riesce ancora a vivere quello stato mentale. Io no. Mi manca moltissimo essere libero da scadenze. Anche le vacanze estive dell'infanzia avevano una scadenza ma quando eri a metà giugno e le vacanze iniziavano, non ci pensavi nemmeno che a metà settembre sarebbe finito tutto. Era troppo distante. In quelle estati potevi fare di tutto e sperimentare di tutto. Eri libero. Veramente libero. Potevi fare ciò che volevi senza il patema del dovere insindacabile che ti richiama all'ordine. Volevi stare tutto il giorno a pescare? Allora pescavi tutto il giorno. Volevi giocare a calcio tutto il pomeriggio? Facevi esattamente quello. Ricordo pomeriggi di completa solitudine e giornate con compagnie immense, mattine passate a letto dopo una notte in bianco e pomeriggi passati a guardare film horror alla tv, notti a scrivere o a leggere, a sistemare il computer a sistemare la mia camera e giornate passate a chiacchierare con amici o con mia nonna. Senza impegni facevi quello che volevi, quando volevi e come volevi. 
Quando non hai scadenze o impegni che ti facciano guardare all'immediato futuro, il tempo si dilata e sembra infinitamente lungo e, a volte, mortalmente noioso, mentre se hai continui impegni che tendono a moltiplicarsi, il ticchettio dell'orologio comincia a correre troppo velocemente e il tempo sembra sfuggire. In realtà il tempo non cambia mai, è il nostro approccio alla vita e come la riempiamo che fa la differenza.
Faccio un piccolo esempio della mia situazione. Qualche volta mi piace fare foto, e mi sarebbe piaciuto in queste vacanze, farmi una bella camminata in mezza campagna e fotografare ciò che più mi avrebbe colpito. Non sono mai andato. In diciotto giorni di ferie non sono mai riuscito a fare una cosa del genere che al massimo mi avrebbe rubato un paio di ore. Perché? Molto semplice. Per una settimana siamo stati al mare, e vabbè, non mi è andata nemmeno male. Poi tornando a casa, ogni giorno avevo qualcosa da fare; un giorno ho ridipinto le pareti nelle camere da letto, un altro giorno ho ripulito la casa da cima a fondo, poi ho portato la macchina dal meccanico, un'altra volta sono andato in posta e poi a far la spesa, poi dal dentista, insomma, la vita di tutti i giorni; qualcuno allora potrebbe chiedere: 
"Vorresti darci a bere che in mezzo a tutti questi impegni non sei riuscito a fare nemmeno una camminata di due/tre ore nelle campagne del tuo paese?"
Proprio così, caro amico, perché oltre a questi impegni, poi ci sono anche quelli che non puoi proprio mancare, tipo andare a prendere i tuoi figli dall'asilo, e chiunque ha dei figli può ammettere candidamente che dal momento in cui tornano a casa fino a quando non vanno a letto, tu non riuscirai a combinare nulla che non sia stare con loro. Per carità, tempo tutt'altro che sprecato, ma a volte vorresti un po' di tempo per te. Ci sono momenti in cui azzardo una lettura o addirittura provo a scrivere, ma se ho i pargoli per casa, vengo interrotto ogni due righe e tutto è inutile. Non ha senso nemmeno provarci. 
Quindi tornando a noi, se faccio svariate cose e so che poi nel programma della giornata ne ho delle altre, non riesco a sfruttare al massimo le ore buche tra l'una e l'altra. 
È un problema mio, lo so. 
Riassumendo, mi manca molto la libertà mentale che avevo da bambino/ragazzino e mi manca molto quel tempo che ho sprecato in pochissime cose produttive e moltissime minchiate (ricordo di una giornata intera buttata a costruire una porta da calcio fatta con nastro isolante e decine di quei tubi di cartone sui quali è arrotolato lo scottex, per poi vederla distrutta nemmeno due giorni dopo da un temporale improvviso). Attività inutili che però in quel momento mi andava di fare e che non mi avrebbero dato niente, se non un sano e momentaneo divertimento. 
Estate: forse l'amiamo così tanto proprio perché evoca il ricordo di quella libertà che si respira solo da giovani, quando ancora non potevamo sapere che la vita che stavamo vivendo allora, l'avremmo rincorsa per sempre, senza raggiungerla mai più.

giovedì 20 luglio 2017

Restiamo Umani

Provate solo per un momento a immaginare questa scena: 
siete in casa vostra, sono le 19.15 e state preparando la cena per i vostri figli che, come al solito, quando torneranno dall’allenamento di calcio, saranno affamati.
Mentre apparecchiate la tavola, vi fermate un momento davanti alla tv per rispondere alla domanda che Amadeus sta ponendo ai concorrenti. Oh, quei tre non ne azzeccano una, voi sì che la sapete la risposta, altroché quegl’ignoranti. Ma poi… no, avete sbagliato anche voi. Fa' niente dai. Continuate allora ad apparecchiare rimuginando però sulla risposta corretta.
Tutto ad un tratto sentite un botto. Sobbalzate e il piatto che dovevate posare sul tavolo cade a terra frantumandosi in mille pezzi. Poi un altro botto e un altro e un altro ancora, e ancora e ancora e ancora. Intorno a voi, oltre le sicure pareti domestiche, si sentono colpi di armi da fuoco, innumerevoli colpi e poi urla, urla disumane, urla irreali. 
Vi precipitate alla finestra. Cazzo! I vostri figli sono lì fuori. Ma che diavolo sta succedendo? Guardando meglio notate delle persone a terra imbrattate di sangue, immobili. Uno vi sembra di conoscerlo ma, non ne siete sicuri. Il panico prende il sopravvento e disperatamente cercate di vedere se i vostri figli sono tra la folla che scappa in ogni direzione. Poi ci sono altre esplosioni, altri botti, altre urla disumane. 
È il delirio, e tutti cercano riparo per salvare la pelle.
Per quelli rimasti a terra, ormai, non c’è più nulla da fare.
I vostri figli fortunatamente rientrano a casa, sono shoccati da ciò che sta succedendo, piangono e anche voi piangete con loro, ma stanno bene e siete felici di poterli riabbracciare. La vostra bella famiglia è unita adesso, e questa è l'unica cosa che conta.
TRE MESI DOPO
La guerriglia iniziata quella maledetta sera continua. Il paese è in ginocchio e i sopravvissuti agli attacchi sono stremati dalla fame e dal terrore. 
C’è solo una decisione giusta. Scappare. 
Dove? Ovunque. Qui non ci si può più stare.
"Allora scappiamo?" chiede vostro figlio.
"Scappiamo!" dite voi.

Cari amici di Poggio, vi invito a ragionare. Non avete nessun bisogno di difendere il territorio che occupate, che occupiamo. Pensate: con le tasse che pagate ogni anno, stipendiate organi preposti a mantenere l’ordine pubblico. 
Non elevatevi ad eroi della resistenza conto l'invasore. Non lo siete.
State scegliendo il nemico sbagliato; quelli contro cui ve la prendete sono vittime di una realtà che non hanno scelto. 
Sono persone che vorrebbero solo ricominciare a vivere e che, se ci fosse la benché minima possibilità di poter tornare al proprio paese, lo farebbero subito, perché là, loro, avevano una vita normalissima, proprio come ce l’abbiamo noi qua. 
Se un giorno foste costretti a scappare dall’Italia, non tornereste subito a casa appena le cose si fossero sistemate? 
E secondo voi, loro no? 
Se domani scoppiasse una guerra, per proteggere i vostri figli, voi non fareste le stesse cose? 
Non fatevi strumentalizzare da chi vi vuole arrabbiati e agguerriti contro un nemico inesistente. 
Usate il cuore e mettetevi nei loro panni. 
Voi, al loro posto, cosa avreste fatto?
Restate Umani, per favore.