venerdì 30 luglio 2021

Chi siamo Noi?

Non è strano il modo in cui guardiamo gli altri

Diciamoci la Verità: le persone che non conosciamo sono brutte. Fanno però eccezione quelle per cui proviamo subito una naturale attrazione che faremmo sbocciare istantaneamente in passione, se solo ci degnassero di uno sguardo; ma non divaghiamo...

Le persone sono brutte, ma basta una piccola connessione, un momento di condivisione, una breve conversazione, per vederle subito con occhi nuovi; mentre ne facciamo la conoscenza, iniziamo ad apprezzare alcuni particolari, ad ammirare certe espressioni, ed ecco che in un attimo, quella che era una creatura sconosciuta, avversa e non desiderabile, diventa accettabile sotto molti punti di vista.

Come diceva Sartre: "l'inferno sono gli altri" e condivido pienamente, ma se qualche volta ci impegnassimo a conoscerli meglio, questi altri, forse potremmo vivere in un posto migliore. 
Volevo scrivere in paradiso ma mi sembrava veramente troppo per un misantropo solitario come me.


È anche vero che dipende da chi incontri, ci sono persone interessanti, stimolanti e magnetiche, come persone noiosissime, pesanti e ignoranti. Senza nominare i coglioni che non mancano mai e popolano ogni luogo.
Non c'è scampo. 

E noi? Chi siamo noi per gli altri? Geni, Coglioni o persone mortalmente noiose? 

Citando e forse un po' parafrasando RickduFer:
"l'idiota è sempre l'altro" e quindi "siamo tutti l'idiota di qualcun altro".

Quindi per rispondere alla domanda posta poche righe più su, possiamo dire che probabilmente noi siamo degli idioti

Descrivetevi così e vedrete che in pochi avranno l'ardire di smentirvi.

mercoledì 21 luglio 2021

"SULLA SCRITTURA" di Charles Bukowski

Sto leggendo questa bella raccolta di lettere scritte dal vecchio Buk verso amici, scrittori ed editori e più vado avanti più mi sembra di sbirciare un suo diario. Le lettere sono piene di riflessioni, errori e piccoli racconti di un uomo che con le parole ci sapeva davvero far bene.

In molti paragrafi ritrovo tante delle mie paranoie e dei miei pensieri. Forse è per questo che mi piace così tanto. Perché io e Bukowski, siamo molto più simili di quanto io pensi. Pure essendo agli opposti come stile di vita, abbiamo lo stesso pensiero filosofico. L'unica differenza e che lui ha avuto le palle di vivere la vita fino in fondo, mentre io mi cago addosso.

Ho studiato per anni una via di fuga dalla strada che la mia vita aveva imboccato, ma ogni volta che stavo per saltare la recinzione, sentivo una forza misteriosa che mi ricacciava in carreggiata, che mi riposizionava al centro della strada e che mi spingeva a continuare. Forse il senso di responsabilità... non so.

So solo che ogni volta dovevo lottare e lottare fino allo stremo delle forze per avvicinarmi ancora a quella recinzione, per poi arretrare di nuovo. E così, con buona pace di quello che vorrei essere, vivo la mia vita a metà tra quello che desidero veramente e quello che è giusto fare.

Continuo a pensare segretamente che prima o poi arriverà il mio momento e che devo solo resistere a tutta questa vagonata di merda e responsabilità per poi, un giorno risplendere e finalmente brillare.

Chissà quanto di quello che scrive di sé è vero e quanto fa parte di una elaborata messa in scena per costruire il personaggio che poi è diventato. Scrive lettere da ubriaco e le spedisce senza rileggerle, zeppe di errori e refusi, racconta i suoi tormenti e quelli dei suoi conoscenti, ama scrivere e raccontare, ascoltare musica classica e soprattutto bere vino. È un solitario, non ama la compagnia delle persone a meno che non siano donne da scopare, non importa che siano belle, basta che siano disponibili.

Ma tutto questo lo saprete già, perché Bukowski è (appunto) un personaggio della letteratura. Un personaggio favoloso che va letto senza pregiudizi e con la mentalità aperta di chi, forse, qualcosa da imparare da un vecchio sporcaccione ce l'ha ancora.







"La scrittura è radicata come la morte, non si può scrollarsela di dosso"

                          Charles Bukowski