giovedì 31 agosto 2017

Come Raggiungere I Tuoi Obbiettivi

Per raggiungere l'obbiettivo che mi sono prefissato ho stilato sette regole da seguire. Non sono regole universali, sono regole che ho pensato possano essere utili a me, ma ciò non toglie che possano essere utili anche a qualcun altro.
Le appunto qui, in questo mio spazio potenzialmente accessibile ovunque, in modo che quando verrò assalito dai miei tipici dubbi esistenziali, io le possa facilmente reperire. 
Questo è quanto: 


Regola #1 - Pianificare ogni mossa
Se hai un progetto in mente, prima di tutto, pianifica il percorso di sviluppo della tua idea. È essenziale  avere un tracciato che delinei tutti gli snodi della strada che vogliamo percorrere. Il cammino verso l'obbiettivo sarà lungo e difficoltoso e a volte può succedere di smarrirsi, di perdere la strada principale, ma di solito se si possiede una mappa da consultare ci si orienta meglio ritrovando più facilmente la strada corretta; pianificare serve proprio a questo, a non perdersi.
È molto importante creare piccoli obbiettivi intermedi, che una volta raggiunti oltre a dare un senso di soddisfazione, ti daranno coscienza dell'avanzamento del progetto. Sfrutta gli obbiettivi intermedi anche per studiare la strategia futura e confermare o modificare ciò che poi andrai a fare.

Regola #2 - Gestire il tempo
Impara a gestire il tempo e sfruttarlo al massimo. Per farlo bisogna prima osservare la propria vita per un periodo abbastanza lungo che ti faccia comprendere le tempistiche di ogni azione routinaria, poi modifica le tue abitudini in modo da ottimizzare le tempistiche. Avere un'agenda ed organizzare le giornate, settimana per settimana, può essere un ottima idea per non farsi cogliere impreparati e sapere sempre quale sarà il passo successivo. Poi oh, gli imprevisti capitano, ma almeno saprai da dove ripartire.

Regola #3 - Non aver paura di cambiare
Quando si modificano le proprie abitudini si tende a credere che la nostra personalità cambierà definitivamente e per sempre. In parte è così, perché lo sforzo che si profonde per lo sviluppo del progetto inevitabilmente ci cambierà, ma in meglio. Una volta che il progetto sarà compiuto sarai una persona migliore, realizzata e soddisfatta, sia che il tuo progetto sia piantare dei fiori in giardino o girare un film di tre ore. Il raggiungimento di un obbiettivo, qualunque esso sia, ti farà crescere come persona. Cambierai e sarai migliore.

Regola #4 - Elimina il superfluo
Distinguere l'essenziale dal superfluo è un attitudine che bisognerebbe imparare a utilizzare il prima possibile. Eliminare tutto ciò che è distrazione e che ti fa perdere tempo è indispensabile per il raggiungimento degli obbiettivi che ti sei prefissato. Imparare a dire "NO" alle richieste delle persone alle quali diciamo "sì", spesso solo per cortesia, è già un buon inizio.

Regola #5 - Chiedi aiuto
Se hai bisogno di aiuto, chiedilo! Metti via l'orgoglio ed esponi i tuoi dubbi e le tue perplessità alle persone che credi ti possano aiutare. Nessuno va da nessuna parte da solo.

Regola #6 - Riposati
Qualche volta stacca la spina e fa' qualcosa di completamente diverso. Quando si è presi da un progetto, capita di immergersi talmente tanto in quello che si sta facendo che a volte ci si dimentica persino di mangiare. Tutto questo è molto bello, perché significa che ami così tanto quello che fai, che non ti rendi nemmeno conto del tempo che passa; ma rimanere immersi per troppo tempo può generare confusione. Bisogna staccare e rilassare il cervello facendo attività differenti. Ovviamente è molto gradita l'attività sportiva.

Regola #7 - Non mollare mai
La verità è che più cose fai, e più queste ti porteranno problemi. Non farti abbattere; ci saranno momenti bui che passeranno più o meno in fretta a seconda di come li affronterai e il modo giusto di affrontarli è con grinta e determinazione. 
I problemi ci saranno sempre, ma con loro arriveranno anche le soluzioni.
Non abbatterti. Non mollare. Raggiungi il tuo obbiettivo. 

domenica 20 agosto 2017

Ciò Che Mi Salva

La sveglia suona implacabile. Apro gli occhi. La guardo e so che è l’ora giusta, so che questo è il momento esatto che avevo programmato la sera prima per alzarmi e, in un modo o nell’altro, lo devo fare. Devo andare al lavoro, anche se non ne ho voglia, anche se sono le cinque del mattino e il letto cerca di attirarmi nuovamente a sé, anche se la sera prima sono uscito a cena e ho mangiato fino all’una, anche se ho finito la serata sorseggiando amari, grappe e liquori, anche se ho dormito solo un ora e ora ho un cerchio alla testa che se mi guardate da lontano sembro Saturno.
Non ci sono scuse. Devo andare. La giornata avrà il colore della merda, ma non è certo una novità.

Qualcuno potrebbe dire che odio il mio lavoro, e beh, quel qualcuno avrebbe maledettamente ragione. Non mi piace, non ci trovo nulla di stimolante, nulla che in qualche modo mi coinvolga o mi appassioni. Non è un lavoro monotono, questo no, solo che non si crea niente. Lo scopo finale del mio lavoro è fare in modo che la produzione non si fermi mai. Come? Prevenendo e intervenendo alle piccole disfunzioni del sistema. In pratica: c'è un problema, mi chiamano, lo risolvo (a volte non risolvo un cazzo!) e torno ad aspettare il prossimo evento.
Il fatto è che a me piacerebbe essere coinvolto in un processo creativo, dove ciò che produci, ciò che fai, alla fine sia tangibile, alla fine lo si possa vedere e toccare; qualcosa di cui si possa poi usufruire e una volta utilizzato dire: <<Ehi, questo l’ho fatto io!>> e poi magari andarne anche orgogliosi.

In fin dei conti, diciamolo dai, io vorrei fare lo scrittore, inventare storie, scrivere romanzi, ideare racconti;
vorrei pensieri unici, idee originali, vorrei avere un cervello colmo di idee e una scrittura brillante e piacevole che le imprima definitivamente nelle pagine di un libro.

Voglio che i miei scritti piacciano alla gente.
Voglio studiare quello che mi interessa e che amo.
Voglio scrivere per migliorare sempre e costantemente.
Voglio vivere di questa passione.
Voglio che qualcuno creda in me.
Voglio farmi il culo per un progetto in cui credo.
Voglio finalmente una soddisfazione. Una cazzo di soddisfazione.

È questo quello che voglio ed è questo ciò che mi prenderò. So che presto o tardi raggiungerò l’obbiettivo. Non sarà facile. Per me non ci sarà il classico colpo di culo, semplicemente perché non c’è mai stato prima; ci saranno invece sudore, fatica, passione, disillusione, orgoglio, tenacia e speriamo tanta soddisfazione.
Sono stanco di sentirmi un perdente. Io voglio scrivere e anche se mai nessuno dovesse cagarmi di striscio, io continuerò a scrivere perché questo è quello che amo fare.
Non lo dirò mai ad alta voce, ma qui posso scriverlo: io sono uno scrittore.
Lo sono dentro. Non ho bisogno di un certificato o di qualcuno che lo dica per me. 
Io so di esserlo. 
Fine della storia.

Da oltre un anno scrivo su questo blog e sento di non poterne più fare a meno. Certo, potrei aggiornarlo più spesso, ma quando scrivo lo faccio in segreto e il tempo che dedico a questo spazio dipende sempre molto dal tempo che posso passare solo con me stesso, che ultimamente è molto poco; infatti, proprio come un drogato che non ha potuto farsi ogni giorno della sua dipendenza, ho sofferto un po’ di astinenza e il "metadone" che ha calmato i miei irrequieti spiriti in questo lungo periodo di sofferenza, è stata la lettura; quella l’ho potuta consumare in gran quantità ovunque e in qualunque momento.
Libri cartacei, fumetti, e-reader, smartphone, ormai non ci sono più scuse per non leggere.

Leggere mi porta via, lontano dai miei guai, lontano da tutto e da tutti. 
Leggere mi ha salvato tante volte.

Scrivere e leggere. Ecco la mia cura per le insoddisfazioni della vita.
Scrivere e leggere. Non serve altro.