sabato 31 agosto 2019

Il Vizio Continuo Di Un Uomo Innamorato

Ho perso il vizio di guardarmi indietro, 
ora devo solo imparare a tenere la testa alta.

Se continuo a chinare il capo,
non capirò mai chi sono, 
non saprò mai quanto valgo
e soprattutto, non riuscirò più a vederti,

Tu, che sei metri e metri avanti a me,
Tu, che non sai quanto io ti protegga, 
Tu, che non sai nemmeno che ci sono.

Se un giorno dovessi voltarti e, 
per pura coincidenza, vedermi, 
spero capirai che quel che vedi 
è il frutto di quel che sono:

Un uomo innamorato di una donna 
che non lo degna nemmeno di uno sguardo.

Una donna che non può né fermarsi, né aspettarlo.
Per lei significherebbe perdere tempo, 
per lei significherebbe perdere velocità;

per me significherebbe che una stella cadente 
ha fatto bene il suo lavoro.

Non smetterò mai di seguirti e di sognare il giorno in cui, finalmente, ti volterai.



venerdì 30 agosto 2019

La scala delle priorità


Non capisco come io possa anche solo poter sognare di scrivere se non mi viene in mente nulla da dire. Non ho alcun pensiero? Non ho più Idee? Ma se solo due mesi fa trabordavo di idee! E ora? Niente! Dove sono finite? Dov'è quel fuoco che bruciava dentro e non smetteva mai di ardere fino a quando la scrittura non lo placava? Dov'è?


È tutto fermo. Tutto bloccato.


E a fermare il processo creativo che nella mia mente era costantemente sollecitato da un lavoro giornaliero basato sulla parola scritta, è stato qualcosa che era nei miei programmi da anni ma che avevo costantemente rimandato: cambiare casa, ovvero, traslocare.


Io e mia moglie abbiamo deciso di traslocare in una casa più grande, quando abbiamo scoperto che la nostra famigliola si stava per allargare di nuovo. L'idea dell'arrivo di una seconda figlia ci ha dato la spinta e il coraggio necessari ad affrontare quel periodo delirante dove cerchi di trasferire tutta la tua vita e ciò che le ruota attorno da un punto del pianeta ad un altro.

Per questo motivo ho scritto poco.
Per questo motivo ho perso le idee.
Per il trasloco.

Ho ritenuto prioritario completare tutti i lavori che giorno dopo giorno si susseguivano e mi travolgevano senza sosta. Arrivavo a casa distrutto. E in tutto questo non c'era proprio nessuno che mi facesse fretta; avrei potuto tranquillamente continuare la mia routine e ogni tanto andare nella casa nuova a fare qualche lavoretto. Sarei arrivato esattamente allo stesso risultato a cui sono oggi, solo con molta più calma e molto meno stress; poi però ci saremmo trasferiti tra sei, forse dieci mesi, e questo per come sono fatto io, non era fattibile. Spesso non mi prendevo nemmeno il tempo di mangiare tanto avrei voluto sbrigare tutto il più in fretta possibile. E lo sapete qual'era il motivo di tutta quella fretta? Lo sapete perché ho sacrificato due mesi interi di scrittura per favorire lavori sfiancanti che non mi lasciavano un briciolo di energia?

Perché pensavo che se avessi finito di fare quello che era necessario e doveroso fare prima, sarei tornato prima a fare quello che amo e che voglio fare. Cioè questo: Scrivere.
E poco importa che non stia scrivendo una storia, non importa se questo non è un articolo, non importa che faccia schifo o che sia bello, non importa nemmeno che lo stia scrivendo al lavoro, sulle note del cellulare, seduto su un marciapiede, durante la pausa caffè. Non importa niente. Ho la libertà mentale per poter scrivere, e questo è bellissimo! La sensazione di vedere le parole che si incastrano una dietro l'altra in un flusso inarrestabile di pensieri è qualcosa che mi riconcilia con il mondo. Ho iniziato dicendo che non sapevo cosa scrivere e ora non riesco a fermare i pensieri che vorticano dal cervello alle dita.

Credo seriamente che la scrittura sia una droga.
Chi scrive tutti i giorni, per se stesso o per gli altri, sa di cosa sto parlando.

Da questi due mesi di lavori forzati in assenza di scrittura e in costante mancanza di tempo ho capito due cose:
la prima, è che se smetti di scrivere per un lungo periodo, la voglia di farlo non passa mai veramente, è sempre lì con te che accompagna le tue giornate; 
la seconda è che per quanto la scrittura possa essere una parte molto importante di me, le persone che mi sono accanto occupano uno spazio di gran lunga maggiore, e ne occupano talmente tanto da renderla quasi insignificante.

Credo che la scala delle priprità abbia parlato, e abbia sancito insindacabilmente che io, e i miei desideri, siamo sacrificabili di fronte a loro; e credo proprio che abbia ragione.

domenica 18 agosto 2019

L'insoddisfazione che ti muove

Come sono arrivato fino a qui? Qualcuno potrebbe dire che l'importante è esserci arrivato e che dovrei anche essere grato per questo. 

Se il giorno in cui ho avuto l'incidente fossi morto, cosa avrei provato negli ultimi agonizzanti momenti in cui nella mia mente scorreva il film della mia vita? Sarei stato soddisfatto dello spettacolo? Non lo so. È una domanda complicata.

Alla propria vita bisognerebbe chiedere quel qualcosa in più e forse, morendo così giovane, mi sarebbe girato parecchio il cazzo di precludermi tutte le possibilità che il mondo mette a disposizione. Poi morire così, nel modo assurdo che racconto QUI!

Un po' per fortuna e un po' per miracolo, è andato tutto bene. Sono ancora qui a scrivere per me e per voi, miei quattro fidati lettori. Quell'esperienza mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto muovere il culo per cercare di cambiare quella vita monotona continuamente destinata a ripetere se stessa.

Ho capito quali sono le mie priorità, cosa conta veramente e ho finalmente intrapreso quella strada che, un po' per pigrizia e un po' per pudore, avevo evitato di imboccare.
Ho capito che alle altre persone, di te, non importa niente.
Ho capito che qualunque cosa tu faccia, non riuscirai mai ad accontentare tutti e che per ogni persona che approva ciò che fai, ce ne saranno almeno il doppio pronte a dirti cosa stai sbagliando; 
Ah... ci sono anche quelli a cui non frega un cazzo di niente e che rimarranno per sempre indifferenti a tutto.

Quindi, dopo tutte queste brillanti intuizioni, ho capito la cosa più importante e cioè che nella vita, ciò che conta è fare quello che ti rende felice facendo soffrire il meno possibile le persone a cui vuoi bene. Sembra un discorso egoistico, ma per avere una vita soddisfacente è fondamentale arrivare a capirlo. Ovviamente ci sono miliardi di variabili che rendono tutto molto più complesso, ma il succo del discorso è che finché non provi veramente a realizzare i tuoi sogni, a raggiungere i tuoi obbiettivi, non puoi lamentarti che questi non si realizzino.

Mentre l'immenso fiume della vita scorre inesorabile, pigro e monotono, mi chiedo se non ci possa essere qualcosa in più di tutto questo. È davvero tutto qui?


Non so esattamente cosa cercare, ma so che l'unico modo per trovare qualcosa è muoversi e agire e credo sia arrivato il momento di farlo. 

Voglio superare i miei limiti, voglio creare qualcosa, voglio realizzare il mio obbiettivo. 

Nella vita ho raggiunto solo obbiettivi che altri mi hanno imposto. I miei obbiettivi li ho sempre accantonati nell'attesa del momento migliore per dedicarmici. Quel momento non arriverà mai, se continuo ad aspettare e quindi ho deciso che da adesso in poi i miei obbiettivi saranno messi in cima alle priorità.

Quindi, per tornare al principio di questo post: 

"Come sono arrivato fino a qui?"

con l'Insoddisfazione.

L'insoddisfazione di una vita piatta e monotona è il motore che ti fa muovere, che ti spinge a guardare dentro di te e che ti fa scoprire nuovi mondi. A volte è un elemento disturbante che fa sbagliare, fa prendere decisioni affrettate e potenzialmente distruttive ma lo fa sempre per farti sfuggire da una condizione immobile e fine a se stessa.

È l'insoddisfazione che ti muove, che ti fa desiderare, sognare, sperare, lavorare, studiare, progettare, inventare, e che fa in modo che tu possa raggiungere una condizione diversa e più soddisfacente. Finché in voi ci sarà la giusta dose di insoddisfazione continuerete a sognare e a lottare per raggiungere ciò che volete; è quando sarete pienamente soddisfatti, che dovrete iniziare a preoccuparvi davvero.