martedì 11 dicembre 2018

Appesi

Siamo appesi ad un filo, un filo incredibilmente sottile. 
Basta poco, basta un niente per spezzarlo.

All'improvviso le persone se ne vanno: 
senza salutare, senza un ultimo abbraccio. 

Loro non lo sanno, noi non lo sappiamo, nessuno lo sa, eppure se ne vanno.

Se ne vanno lasciando incompiuto ciò che pensavano di finire più avanti. 
"Lo faccio dopo".
"Finisco domani". 
"Ma sì, tanto c'è tempo! Che fretta c'è?".

E all'improvviso, senza nessun segnale, tutto finisce. 

Può succedere in qualsiasi momento: 
Può succedere in macchina, 
Può succedere al lavoro, 
Può succedere mentre dormi. 
Succede, e tu non puoi farci niente.

Un ragazzo giovane se n'è andato. 
Nel sonno. 
Così.

È tutto oggi che ci penso e nemmeno lo conoscevo. 
Ci penso perché è terribilmente ingiusto, è inconcepibile, è crudele. 

Ogni morte lo è, ma un giovane che va a letto nel pomeriggio per ricaricarsi e non si risveglia è qualcosa di terrificante. È fastidioso. Urticante. 

Ieri è successo ad un ragazzo di vent'anni. 
Circa un anno fa è successo ad un calciatore, 
uno sportivo super controllato; 

"Sono cose che capitano", dice la gente; 
Ed è per questo che fa così paura. 

È per questo che non riesco a pensare ad altro: 
Per quella madre o quel padre che all'ora di cena non hanno visto scendere il proprio figlio,
nonostante i ripetuti richiami.
Per loro, che sono andati in camera, magari anche un po' scocciati.
Hanno acceso la luce e il loro bambino era lì, addormentato; 
Lo hanno scosso leggermente, 
Poi un po' più forte, 
Poi insistentemente 
Poi con il cuore in gola lo hanno girato di forza
e lui si è girato, ma gli occhi non si sono aperti. 
Le mani sul viso a scuoterlo,
Gli schiaffi nel tentativo di rianimarlo,
L'orecchio sul petto,
Nessun rumore.
Niente cuore. 
Il nome urlato insistentemente.
Le mani sulle spalle: 
Scuotere, chiamare, urlare, 
Scuotere, urlare, chiamare, 
Schiaffeggiare, chiamare, urlare, 
Piangere, chiamare, scuotere,
Piangere, urlare, piangere,
Piangere, piangere,
piangere.
La consapevolezza. 
Le lacrime,
La disperazione,
L'abbraccio:
L'ultimo.

Non ci voglio nemmeno pensare. 
Non voglio, ma non riesco a fare altro.

La vita è un dono 
e noi spesso la sprechiamo. 
La vita è un dono 
e noi non ce lo ricordiamo mai.

Ci pensiamo sempre quando è troppo tardi, 
quando saperlo non serve più. 


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