lunedì 20 marzo 2017

Anarchia


Molte persone quando sentono parlare di Anarchia, pensano subito ad un gruppo di pazzi senza legge, pronti a mettere a ferro e fuoco le città e a far collassare la società in un caos incontrollabile.

Questa credenza è parecchio lontana dall'ideologia che fonda il movimento anarchico.
L'Anarchia presuppone che ogni individuo abbia maturato una coscienza sociale tale da essere in grado di autogestirsi e comportarsi in modo civile in ogni ambito della vita comune.
Nell'anarchia ogni singolo individuo è libero di comportarsi come crede per quanto riguarda la sua vita senza aver nessun tipo di potere sulla vita degli altri. 
In una società anarchica vige il rifiuto totale del potere costituito, della repressione ai danni dell'individuo e dei soprusi da parte delle organizzazioni statali.
Non è caos, non è disordine, non è violenza. 
È autonomia, indipendenza e libertà.
Libertà totale.

La soppressione del potere dello Stato, non implica in nessun modo l'annullamento dell'organizzazione sociale, ma auspica un evoluzione societaria tale da creare un organizzazione non gerarchica, basata sulla fiducia tra gli individui che la compongono. È importante ribadire che nessuna teoria anarchica ha mai teorizzato l'assenza di regole, in quanto l'anarchismo non lascia nulla al caso, ma propone una società costruita intorno a norme e principi etici egualitari, condivisi e non imposti.
Ecco lo stralcio finale del programma anarchico stilato da Enrico Malatesta nel 1919 che sintetizza gli ideali del movimento, utili a fondare una società sulle basi dell'anarchismo:



« [...] Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza.
E per raggiungere questo scopo supremo noi crediamo necessario che i mezzi di produzione siano a disposizione di tutti, e che nessun uomo, o gruppo di uomini possa obbligare gli altri a sottostare alla sua volontà né esercitare la sua influenza altrimenti che con la forza della ragione e dell'esempio.
Dunque, espropriazione dei detentori del suolo e del capitale a vantaggio di tutti, abolizione del governo. Ed aspettando che questo si possa fare: propaganda dell'ideale; organizzazione delle forze popolari; lotta continua, pacifica o violenta secondo le circostanze, contro il governo e contro i proprietari per conquistare quanto più si può di libertà e di benessere per tutti. »


Non sono completamente d'accordo con la penultima affermazione dell'ultimo paragrafo; secondo il mio punto di vista, l'anarchia dovrebbe seguire una filosofia non violenta; ma questa è la MIA idea di Anarchia che è leggermente differente da quella sopracitata che, nonostante sia stata scritta nel 1919, racchiude interamente la filosofia anarchica moderna.


Gli anarchici considerano tutti gli uomini, (indipendentemente da sesso, razza, cultura e religione) pari l'uno dell'altro e per questo non riconoscono nessun tipo di stato, nessuna frontiera né alcun confine.
Lo stato dev'essere sostituito da organizzazioni e da associazioni popolari. Il metodo di autogestione delle strutture è deciso in assemblee dove ci si prefissa lo scopo di raggiungere decisioni che arrivino sempre ad avere un risultato unanime. Unanimità non significa che tutti dovranno arrivare ad essere completamente d'accordo sulla decisione da prendere, ma trovare una sintesi tra le varie posizioni che non vada a prevaricare nessuno. La maggioranza non ha dunque alcun potere sulla minoranza; questo è il principio di una società sviluppata in maniera orizzontale, cioè senza alcun tipo di gerarchia.




Mi sono sentito in dovere di spiegare in questa estrema sintesi quali sono i principi fondamentali dell'Anarchia perché troppe volte ho sentito dire inesattezze sull'ideologia che muove questa filosofia. Fabrizio De André in un intervista disse:

"Aspetterò domani e magari cent'anni ancora finché la signora Libertà e la signorina Anarchia verranno considerate dalla maggioranza dei miei simili come la migliore forma possibile di convivenza civile, non dimenticando che in Europa, ancora verso la metà del Settecento, le istituzioni repubblicane erano considerate utopie."

La Signora e la Signorina di cui parlava Faber, ad oggi, non si sono ancora viste e, di questi tempi, sembrano ben lontane dall'arrivare. Ma si sa, alle donne piace farsi attendere e, molto probabilmente quando i tempi saranno maturi le vedremo comparire all'orizzonte.
Basterà aspettare.

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