martedì 25 aprile 2017

Storia Di Nessuno #4 - Un Partigiano

Quando arrivo a casa di Willy sta piovendo a dirotto. Sono bloccato davanti alla porta d'ingresso da almeno dieci minuti. Non riesco a trovare la forza di bussare, non ho il coraggio di vedere la faccia di sua moglie piegarsi al dolore. 
Willy è morto. È morto combattendo per la sua patria. È morto per sua figlia, per sua moglie, per me. È morto per tutti noi. Io gli sono sopravvissuto solo perché di fronte al nemico, sono fuggito. Lui no. Lui ha combattuto, e ora è morto. 
È morto un marito, un padre, un amico, ma è anche nato un eroe; un eroe in più per la nazione e per tutto il popolo italiano. Un eroe che non conoscerà mai la propria gloria. Se cadi sul campo sei un eroe, ed è giusto così, se invece combatti da principio e solo alla fine scappi per non morire, per tutti sei un traditore. 
Io non sono un eroe, però respiro ancora. La vita che i miei compagni hanno speso per la libertà di questa nazione, verrà ricordata con targhe commemorative che verranno appese nelle vie delle loro città. Ai più fortunati intitoleranno una strada e la storia li ricorderà e li celebrerà per sempre. 
La nazione ringrazia così chi muore per lei. 
Io non ho avuto la forza di morire per voi, ma ho fatto una promessa a Willy e intendo mantenerla. Dopo quest'ultimo compito andrò a vivere altrove. La mia città natale mi ripudia e infine non è rimasto nessuno ad attendermi. Hanno tutti attraversato la Grande Strada e mi aspettano di là.
Stringo tra le mani il diario di Willy. All'interno sono annotati nero su bianco i suoi pensieri, gli ideali e tutta la sua ingenuità, ma più di tutto, si può cogliere il suo incredibile amore per la terra su la quale è nato. Un amore talmente grande da sacrificare perfino la sua stessa vita. 
Prima di consegnare queste pagine alla legittima erede, voglio rileggere la dichiarazione di guerra che Willy ha formulato contro il nemico invasore.



8 settembre 1944

Un anno. Un anno di occupazione nazista. La mia nazione sembra condannata a morte. È completamente in balia dell'invasore tedesco che subdolamente minaccia la nostra terra e la nostra libertà. Gli italiani hanno smesso di credere nel proprio futuro, si stanno scordando cosa significhi vivere liberi. Liberi davvero.
Proprio oggi sono stato informato che esistono piccole associazioni di resistenti, persone che non ci stanno più e che segretamente si riuniscono per combattere l'invasore. Ce ne sono molti. Moltissimi. In tutta Italia. 
Sono gruppi di persone che non si arrendono alla sottomissione nazista e che combattono per la libertà del popolo italiano.
Sono Uomini e Donne che cercano di riportare la luce nel periodo più buio della nostra storia.
La speranza in un futuro migliore ci fa resistere, lottare, sopportare ogni tipo di umiliazione e sofferenza, ci fa accettare anche le sconfitte più dure perché noi lo sappiamo, in cuor nostro lo sappiamo perfettamente che alla fine, quelli che resteranno in piedi, saremo noi.
Dopo lo scoppio del conflitto mondiale molti si sono lasciati andare alla disperazione. Troppe morti innocenti, troppa ingiustizia. Molti si sono arresi, molti sono scappati, molti hanno scelto il lato sbagliato dal quale combattere; però ci sono anche tanti, tantissimi uomini che continuano a sperare e a lottare per un futuro migliore.
Anche se di quella speranza non ne rimanesse che una piccola scintilla, noi continueremo ad alimentarla facendola crescere giorno dopo giorno, finché, alla fine, divamperà in un gigantesco incendio che il nostro nemico difficilmente riuscirà a domare. 
Molti di noi non riusciranno a vedere il futuro per il quale stanno combattendo e per il quale stanno sacrificando tutto.
Solo restando uniti e camminando tutti nella stessa direzione potremmo far tornare la nostra terra libera e indipendente. Possiamo farlo solo insieme. 
Per questo mi unirò ai gruppi di Resistenti; per cercare di portare questo presente verso un futuro che sia migliore, per mia figlia e per mia moglie. 
Morire non è la cosa peggiore che può capitarmi. La cosa peggiore che può succedermi sarebbe arrendersi alla dominazione di due dittatori ai quali sta a cuore solo il loro potere personale e non le sorti delle persone che dovrebbero proteggere. Arrendersi a loro, iniziare a credere che il loro dominio sia inevitabile, è peggio della morte stessa.
Combatterò. Lotterò con le unghie e con i denti per la mia patria, perché sia libera. 
Non mi arrenderò al nemico e insieme ai miei fratelli riconquisterò quella vita che ci hanno rubato e che ci spetta di diritto.
Farò in modo che i nostri figli possano nascere e vivere liberi da ogni sopruso.
Vivrò e morirò per questo.





Willy è uno di quelli che non è riuscito a vedere il futuro per il quale ha lottato e che ha contribuito a costruire. Quel futuro che io, adesso posso chiamare presente. 
Ora, anche grazie a loro, l'Italia è un paese libero.
Il 25 Aprile a Milano i partigiani hanno dato inizio ad una vera e propria insurrezione che ha portato il regime nazifascista alla fuga.
Ora siamo di nuovo padroni di noi stessi, ed è solo grazie a uomini e donne che, proprio come Willy, hanno dato la loro giovane vita per permettere a noi di vivere al meglio la nostra.

Faccio un respiro profondo.
Devo trovare il coraggio di spezzare il cuore di una donna che attende il ritorno a casa del proprio marito. 
Devo trovare la forza di raccontarle perché suo marito sarà considerato per sempre un eroe. 
Devo spiegarle perché nonostante tutti questi riconoscimenti, nonostante tutto questo onore, suo marito ha perso la propria battaglia. 
Non potendo più riabbracciare le persone per le quali ha lottato, Willy ha perso tutto.

Faccio un altro respiro profondo, 
chiudo gli occhi,
e infine
busso alla porta.

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