lunedì 20 giugno 2016

L'Amore Non Muore

Lei aveva l’espressione tipica di chi non ne vuole più sapere. Delusa dai suoi comportamenti e infastidita dai suoi modi di fare.

Lui non voleva più rotture di coglioni, non aveva più voglia di combattere e la pazienza era finita da un pezzo.

Non si sopportavano più.

La mattina del 5 maggio dopo l’ennesima litigata violenta lui se ne andò sbattendo la porta. 

Lei corse in balcone e gli urlò di farsi fottere, che era un gran figlio di puttana e che non lo voleva vedere mai più. Poi gli lanciò un vaso che lo mancò di nulla e che si schiantò con fragore a terra. 

Lui nemmeno si voltò. Non voleva darle la soddisfazione di vedere che delle lacrime gli rigavano il viso.

Lei, per quella mancata reazione, s’infuriò. 

Lui pensò che era finita. Finita davvero. Anche se, nonostante tutto il male, l’amava ancora.

Lei scese in strada e lo rincorse. Aveva in mano una pistola.

Lui non lo sapeva.

Lei lo raggiunse.

Lui si girò.

Lei lo guardò, mentre con rabbia premeva il grilletto.

Lui vide la sua faccia deformata dall’odio. Poi non vide, né pensò più niente.

Lei vide le sue lacrime.

Il proiettile gli si conficcò in testa. Cadde al suolo esanime.

Lei rimase ferma a fissare ciò che aveva perduto. Questa volta per sempre.
Poi parve riprendersi e capire cosa fosse accaduto.
Si inginocchiò al suo fianco. Pensò alle sue lacrime.
Si puntò la pistola alla tempia e fece fuoco.

Il buio s’impadronì anche di lei.

Due colpi di pistola. 
Due forti rumori, come dei petardi esplosi in una mattina qualunque, avevano attirato l’attenzione.

I vicini guardavano la scena impietriti alle loro finestre.

Alcuni passanti nemmeno si fermarono.

Altri passanti scapparono.

Pochi passanti si avvicinarono. Le mani nei capelli.

Videro due corpi rivolti al suolo. 

Sembravano stretti in un macabro abbraccio, come se nella morte, avessero finalmente trovato la serenità per stare insieme.



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